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Martedì 17 Febbraio 2015 - Libertà

L'architettura al tempo del ducato

Carlo Mambriani ha presentato il suo libro "Il torchio e l'architetto"

di ANNA ANSELMI
Trattati di architettura civile e militare, studi e rappresentazioni di edifici antichi e coevi, trattati di architettura teatrale e scenotecnica, architettura dei giardini e delle acque, descrizioni e incisioni di apparati effimeri di circostanza, trattati di teoria e artistica ed estetica, biografie di architetti e repertori di modelli: un'interessante produzione editoriale promossa al tempo del ducato farnesiano di Parma e Piacenza, dal 1545 al 1731, che è stata passata al vaglio da un gruppo di studiosi coordinato da Carlo Mambriani, nell'ambito di un progetto di ricerca di interesse nazionale (Prin), i cui esiti sono confluiti nel volume Il torchio e l'architetto, edizioni Quasar, presentato nella Cappella ducale di Palazzo Farnese nell'ambito del ciclo di incontri Sulle tracce dei Farnese, a cura di Alessandro Malinverni, organizzato dal Fai (Fondo ambiente italiano). Aperta dai saluti del capo delegazione Alberto Valentini e dell'assessore alla cultura del Comune di Piacenza, Tiziana Albasi, l'intensa mattinata ha visto susseguirsi gli interventi di Mambriani, docente di storia dell'architettura all'università di Parma, Chiara Travisonni e Federica Dallasta, storiche dell'arte che, insieme a Oronzo Brunetti, specialista in architettura militare, sono autori dei saggi del libro, la cui redazione ha comportato indagini condotte attraverso il catalogo online del Sistema bibliotecario nazionale, oltreché in biblioteche e archivi lungo la penisola, compresa la consultazione dei tre tomi del Catalogo universale de' Libri impressi della Reale Biblioteca Farnesiana, opera di Pietro Rutinelli (1744-47) , presso la Biblioteca nazionale di Napoli, compiuta da Mambriani per avere una descrizione della raccolta ducale prima che, con la partenza di Carlo di Borbone per il capoluogo partenopeo, venisse definitivamente smembrata. Contrariamente a quanto il profilo di uomini d'arme che caratterizza vari esponenti del casato farnesiano poteva lasciare supporre, sono emersi finora pochi titoli sulle fortificazioni, tra cui due compendi stampati a Piacenza, destinati a generali e ufficiali d'artiglieria, dedicati entrambi al duca Francesco Farnese da parte rispettivamente del commissario generale d'artiglieria Florentin de Perceval nel 1715 e dell'aiutante maggiore e istruttore di truppe di Piacenza, Giuseppe Siccardi, nel 1723. Era invece al servizio di Ranuccio II il computista Giulio Bassi, autore del volume Aritmetica pratica, pubblicato a Piacenza nel 1645 e più volte ristampato con successo, tanto da far ottenere all'estensore l'onorificenza di cavaliere di San Marco, concessa dalla Repubblica di Venezia. Se anche il novero di libri illustrati di architettura usciti nel ducato risulta piuttosto ristretto, ampia è invece la produzione di tavole incise per libri d'occasione, con il disegno di edifici e allestimenti provvisori con cui celebrare determinati avvenimenti.
Il "corpus" delle edizioni di architettura redatto da Travisonni prende avvio proprio a Piacenza, con la relazione di Tiberio Pandola sull'entrata solenne di Margherita d'Austria, moglie del duca Ottavio Farnese, nella nostra città, nel 1557. Travisonni osserva come non si conoscano analoghe relazioni cinquecentesche edite a Parma. La duchessa sarà la principale committente di Palazzo Farnese, la cui Cappella Ducale è stata ricondotta proprio da Mambriani al suo effettivo progettista, Lattanzio Ventura, come ricordato da Malinverni, con il quale il 24 febbraio alle 17.30 all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano si proseguirà l'itinerario Sulle tracce dei Farnese.

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