Lunedì 9 Febbraio 2015 - Libertà
Al "Bettinardi" Orio conquista il pubblico
Al concorso dei nuovi talenti del jazz il pianista si aggiudica la targa assegnata dagli spettatori
piacenza - E' stato Francesco Orio, ventiseienne pianista di Crema, a portarsi a casa il "premio del pubblico" (la targa che, a ogni tappa della competizione, è assegnata al concorrente più votato dagli spettatori presenti in sala) nella prima semifinale riservata ai solisti del concorso "Chicco Bettinardi - Nuovi talenti del jazz italiano" che si è tenuta al Milestone l'altra sera. Ed è la seconda volta in meno di un anno che Orio riceve un premio nel concorso organizzato dal Piacenza Jazz Club. Il pianista cremasco, infatti, è un componente del quartetto 3 Al Bot, che l'anno scorso ha vinto al "Bettinardi" il primo premio nella sezione "gruppi" ex aequo con gli Zurbaran; e, quest'anno, ha deciso di giocare le sue carte anche come solista in questo concorso che, giunto ormai alla dodicesima edizione, è sempre più un punto di riferimento per le giovani leve del jazz nazionale (non è un caso che il "Bettinardi", oltre che del sostegno del Comune e della Fondazione di Piacenza e Vigevano, si fregi da anni del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali).
E' stato come sempre Gianni Azzali, presidente del Piacenza Jazz Club, a condurre la serata dal palco del Milestone, presentando i tre concorrenti di questa manche. Oltre a Orio erano di scena due musicisti appena adolescenti, ma promettenti assai: il batterista Roberto Porta, 16 anni, di Roseto degli Abruzzi (Teramo), e il pianista Antongiulio Foti, 15 anni, da Monterotondo (Roma). Con loro avrebbe dovuto misurarsi anche un quarto musicista, il saxofonista Fabio Della Cuna di Lanciano (Chieti), che però è stato fermato dall'influenza: la sua esibizione è slittata alla terza semifinale, che avrà luogo al Milestone sabato 21. Ad accompagnare tutti i concorrenti in lizza sono stati i bravissimi musicisti del Trio Bettinardi, la sezione ritmica "di casa" del Jazz Club, in una formazione rinnovata che vede
Mario Zara al pianoforte e Alex Carreri al contrabbasso accanto al "veterano" Luca Mezzadri alla batteria. Il Trio Bettinardi ha aperto la serata, con una bella rilettura del super-standard All the things you are: è stata l'unica occasione di sentire il trio "al completo" nel corso della serata, visto che Zara ha dovuto cedere il proprio strumento ai due pianisti in gara, Orio e Foti, mentre Mezzadri ha dovuto fare altrettanto con il batterista Porta.
E' stato proprio il sedicenne Roberto Porta ad aprire le danze, prima con lo standard Thing ain't what they used to be di Duke Ellington, poi con una versione a rotta di collo di Moment's notice (una composizione di John Coltrane che fa bella mostra di sé sulla prima facciata di Blue train del 1957, il primo album davvero grande del "Campione dei Pesi Massimi", come lo chiamava il critico Leonard Feather), infine con un un completo "showcase" di esercizi vari eseguito in solitudine, con l'accompagnamento di una base registrata sul brano di You rang? del tastierista e produttore George Whitty, grande didatta della fusion contemporanea. Entusiasta, irruento e fragoroso (vista la sua predilezione per gli alti volumi), Porta è un batterista ancora lontano dalla completa maturità, ma la sua "dedizione alla causa" fa bene sperare per il futuro.
L'ancora più giovane pianista Antongiulio Foti si è cimentato, con apprezzabile lirismo, con lo standard It could happen to you di Jimmy Van Heusen e con lo standardissimo Sophisticated lady di Duke Ellington. Ma ha convinto ancora di più con Per Sonality, una composizione scritta e arrangiata da lui (con il basso elettrico invece del contrabbasso), caratterizzata da una struttura modale e da un riff accattivante e orecchiabile.
L'altro pianista, Francesco Orio, ci è sembrato un pianista e un jazzista maturo, completo, dotato di uno stile davvero personale. Qualità che Orio ha fatto brillare in scioltezza nello standard Solar di Miles Davis ma, soprattutto in due composizioni autografe che hanno esaltato il suo raffinato "colorismo": il soliloquio pianistico Three colours and a half (appunto) e la lirica Ballhead eseguita in Trio. Orio, come dicevamo all'inizio, ha vinto il tradizionale "referendum degli spettatori". Ma quello che conta ai fini dell'ammissione alla finale è il voto della giuria, presieduta dal maestro Giuseppe Parmigiani. I giurati, come sempre, osservano il massimo riserbo: e i giochi, quindi, sono ancora apertissimi.
Alfredo Tenni