Lunedì 9 Febbraio 2015 - Libertà
Incorniciata da un Municipale tutto esaurito la terza tappa della Stagione di danza realizzata da Fondazione Teatri con Aterdanza
di MATTEO PRATI
Nel regno dell'immaginazione, il sortilegio e l'innocenza, uno sbuffo di inquietudine, uno svolazzo di sogni ed incubi, la fantasia che si trasforma in perfida realtà. In quel luogo tutto è possibile, ci si può arrivare facendosi scortare da un esercito di soldatini di piombo, pupazzi e bambole meccaniche che marciano compatti su un tappeto di delicata nostalgia.
Lì in un angolo emerge dolcemente l'infanzia. Il territorio dell'illusione, dei dubbi, delle paure, della tenerezza. Una lunga notte al termine della quale si scorge un barlume di adolescenza. La giostra dei ricordi inizia a girare. Basta azionare il meccanismo ed ecco Lo schiaccianoci di Ciajkovskij, un capolavoro senza tempo. La terza tappa della Stagione di danza 2014-2015 del Municipale, realizzata dalla Fondazione Teatri di Piacenza in collaborazione con Aterdanza, ci porta al centro dell'opera del compositore russo.
Incorniciato da un teatro tutto esaurito il palco del Municipale accoglie il Balletto Yacobson di San Pietroburgo con la versione dello Schiaccianoci di Vasilij Vajnonen. Una scintillante lettura che ha agguantato l'attenzione del parterre, accarezzato gli spettatori e solleticato il loro l'entusiasmo. Uno spettacolo prezioso su tre atti, caratterizzati dalle partiture più riconoscibili del celebre balletto: dal valzer dei fiori a quello dei fiocchi di neve, alla pastorale, la danza spagnola, araba, cinese, russa, la danza della Fata Confetto (scenografia di Vladimir Firer e Aleksandr Khramcov).
In scena un corpo di ballo di eccellente fattura: la precisione, la tecnica, l'espressività. Tra tradizione e modernità. Una distesa onirica su cui morbidamente adagiarsi. Si comincia. La trama è tratta da una fiaba di E. Th. A. Hoffmann nella traduzione di Sergej Flerov, il libretto è di Marius Petipa che si ispirò ad Alexandre Dumas padre. Ci troviamo in un'antica città tedesca alla vigilia di Natale, nella dimora di una famiglia dell'alta borghesia teutonica. L'atmosfera è gioiosa, il sorriso illumina i saloni. A casa Stahlbaum si attendono gli ospiti. Ad animare il ricevimento giunge il mago Drosselmeyer, un costruttore di giocattoli. I bambini danzando lo circondano.
Drosselmeyer (Sergej Davydov) racconta la favola del Re dei topi, della Principessa e dello Schiaccianoci. Si animano i giocattoli, un girotondo colorato. Prendono vigore Arlecchino (Evegenij Vladykin), Colombina (Anastasija Dem'janova) e il Moro (Andrej Gudyma). Marie (Alla Bocarova), la figlia minore degli Stahlbaum ha scelto il suo dono. Non riesce a togliere l'attenzione dallo Schiaccianoci. Suo fratello Franz per dispetto stacca la testa al giocattolo. Marie è in lacrime, ma Drosselmeyer rimette le cose a posto. L'ora è tarda, i bambini vanno a dormire. Le luci si fanno fioche. Marie si stringe al suo schiaccianoci ma arrivano gli incubi, piombano sul suo sonno giusto pensieri bui. La stanza prende vita. Nell'oscurità avanzano il Re dei topi (Sergej Davydov) e le sue orribili truppe. Marie si agita. Chi può affrontarli e sconfiggerli? Naturalmente l'indomito schiaccianoci a capo di un manipolo di coraggiosi balocchi. I nemici sono sconfitti, il Re ratto detronizzato. Lo Schiaccianoci, nel frattempo, si è trasformato in un bellissimo principe (Aleksandr Abaturov). Lui e Marie in viaggio verso un paese fatato. Nemmeno uno stormo di pipistrelli può fermarli. L'isola delle fiabe e le sue danze folcloristiche. Esplode la festa. Marie e lo Schiaccianoci ballano. Ma la meraviglia va a sfumare. Marie si sveglia. E'` quasi mattina e un lungo e appassionato applauso irrompe sulla scena. L'incantesimo è rotto.