Venerdì 13 Febbraio 2015 - Libertà
San Valentino con Brecht: Calda narratore e regista
Domani alle 17 nella Sala dei Teatini "L'opera da tre soldi" per la rassegna "Allegro con brio"
piacenza - Un San Valentino con Bertolt Brecht. Sarà infatti L'opera da tre soldi la protagonista del secondo appuntamento della rassegna cameristica Allegro con brio in programma appunto domani alle 17 nella Sala dei Teatini (ingresso gratuito): l'evento, che è organizzato dalla Fondazione Teatri di Piacenza in collaborazione con il conservatorio "Nicolini", vedrà protagonisti nel doppio ruolo di narratore e regista Corrado Calda, gli allievi delle Classi di Canto del Conservatorio, l' Ensemble del "Nicolini" diretto da Luciano Caggiati e il Coro diretto da Giorgio Ubaldi. Sarà Calda, con l'accompagnamento delle musiche di Kurt Weill, a condurre gli spettatori nel mondo del sottoproletariato londinese, dei banditi e dei derelitti, descritto da Brecht nella sua opera con l'intenzione di provocare il pubblico borghese, che avrebbe dovuto scandalizzarsi di fronte all'ambiente, ai personaggi e al loro linguaggio.
«Il testo dell'Opera da tre soldi è stato tratto da Brecht dalla Beggar's Opera di J. Gay, pubblicata in Inghilterra nel 1728, ma si avvale di elementi culturali tedeschi e presenta fin dall'inizio notevoli analogie con l'ambiente della Germania di Weimar» si legge nella presentazione dell'opera, «i personaggi dell'opera, che sono ladri, prostitute, protettori, strozzini, si muovono nei bassifondi del quartiere di Soho a Londra e sono protagonisti di imprese canagliesche in sostanza non molto dissimili da quelle, mascherate, del perbenismo dei più degni esponenti dei una società decadente e corrotta. Alla fine comunque, a differenza di quanto avviene nella realtà, almeno in teatro la pietà deve trionfare sulla giustizia degli uomini. Nel dramma di Brecht-Weill i personaggi appartengono certamente al mondo della malavita, tuttavia in questo mondo capovolto si realizzano le stesse gerarchie del mondo dei gentiluomini: in alto c'è una specie di sovrano, un capo mafia, che possiede le stese caratteristiche del potere "legale", con i suoi avvocati e i suoi poliziotti, le sue amanti: un mondo a rovescio. Un potere basato sul denaro e la violenza che, specularmente opposto ma simile a quello "reale", conduce con esso e insieme a esso a una perfetta corrispondenza verso il destino comune dell'infelicità. I valori "positivi" della società benpensante sono una rovina in quanto ipocriti, la società delinquente e "negativa" porta pure alla rovina. Tali premesse portano a una sola conclusione: è la società stessa ad essere la rovina. Tale sillogismo, che non sfuggì al pubblico di allora, ebbe un fortissimo impatto. Oggi, tale potenza eversiva ha perso molto del suo vigore in quanto denuncia sociale, ma ne rimangono gli aromi persistenti, effluvi che sotto la patina della piacevolezza musicale e ritmica nulla hanno perso della loro inquietudine, nulla hanno perso del loro acuto moralismo».
Betty Paraboschi