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Lunedì 16 Febbraio 2015 - Libertà

"Bettinardi", il sax che piace al pubblico

Al Milestone nuova semifinale "solisti" con Caminiti che svetta fra tre pianisti

di SIMONE BIANCONI
In qualsiasi concorso molti soffrono, pochi gioiscono ma il gioco vale la candela. Specialmente se si tratta del lanciatissimo Chicco Bettinardi. Nuovi talenti del jazz italiano, 12a edizione Iin svolgimento al Milestone. Nell'ultimo appuntamento un pubblico numeroso ha apprezzato le semifinali della sezione A cioè dei Solisti nell'esibizione di quattro promettenti giovani.
Dopo la presentazione di Gianni Azzali, prima della tenzone il "Trio Bettinardi", composto da Alex Carreri (contrabbasso), Luca Mezzadri (batteria) e Mario Zara (pianoforte), ha riscaldato l'ambiente con un romantico I love you di Porter. Poi l'inizio della semifinale con il pianista Giulio Scaramella, 27 anni, di Grado che ha proposto Nicolette di Wheeler e Anthropology di Parker nonché il suo Young. Pianismo leggero, raffinato, preciso nel timing.
Quindi altro pianista, Federico Monetta, 28 anni, di Torino con i suoi Nespolino - composto quando la compagna era in dolce attesa di un "nespolo" - e Young love e, di Noble, Cherokee. Stile sobrio, elegante, quasi classico.
Poi ecco il sax alto di Nicola Caminiti, 19 anni, messinese, che ha ripreso Limbo di Shorter, The things we did last summer di Chan-Styne e Mack the knife di Weill. Approccio denso, concentrato, ricco di suggestioni.
Infine altro pianista, Fabio D'Onofrio, 29 anni, pescarese, anche lui presentatosi con tre standard: Peace di Silver, 500 miles high di Davis e Juju di Shorter. Tocco deciso, energico, talora trascinante.
Per la prima volta la giuria ha dovuto ascoltare anche un motivo - nella circostanza Straight no chaser di Monk - suonato in jam-session, protagonisti i candidati. In un tempio del jazz anche le improvvisazioni contribuiscono infatti a definire stile e personalità autoriali. I quattro giovani erano già stati pre-selezionati per cui la qualità della performance era, di per sé, già alta. Bravissimi, a tratti superlativi, i concorrenti hanno comunque dato il meglio di sé destreggiandosi benissimo fra standard (almeno uno sui tre motivi richiesti) e composizioni loro.
Ostico il compito della giuria presieduta da Giuseppe Parmigiani, coadiuvato da Giuseppe "Jody" Borea esperto "S. i. d. m. a. ", Fabio Bianchi collaboratore di "Libertà" e Gianni Azzali. Alla fine bisogna dare un giudizio di valore, quantificare un freddo numero che determinerà i sei finalisti che saranno resi noti dopo l'ultima semifinale del 21 febbraio. La finale è prevista per il 7 marzo ma - per aumentare la suspense - si saprà tutto solo il 30 maggio nel Gran gala di fine Piacenza jazz Fest.
Importante, per la statistica, il voto del pubblico che l'altra sera ha premiato l'estroso Caminiti a cui Azzali e Bianchi hanno, a fine serata, consegnato una luccicante targa-ricordo.
Non sappiamo quanto il Milestone abbia contribuito alla popolarità del concorso "Bettinardi" o viceversa. Sta di fatto che un nome presuppone inscindibilmente l'altro in un'indissolubile sinergia.
Fondamentali gli sponsor - Fondazione di Piacenza e Vigevano, Elitrans, Yamaha music Europe e Najma music store - così come il patrocinio del "Ministero per i beni e le attività culturali".

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