Giovedì 5 Febbraio 2015 - Libertà
I Solisti di Mosca in arrivo al Municipale
Diretti da Bashmet domani per la Concertistica: da Hoffmeister a Liberovici
di STEFANIA NIX
Una Stagione concertistica all'insegna delle eccellenze musicali quella proposta quest'anno dalla Fondazione Teatri di Piacenza: i Solisti di Mosca domani alle 21 si esibiranno sul palco del Municipale diretti da Yuri Bashmet, per l'occasione nella doppia veste di direttore e viola solista.
Un concerto imperdibile, però non solo per questa accoppiata che già da sola varrebbe il costo del biglietto, ma anche perché durante la serata verrà presentata l'ultima composizione del giovane compositore contemporaneo Andrea Liberovici, Non un silenzio. Dedicata al musicologo Giovanni Morelli, l'opera eseguita per la prima volta lo scorso marzo al Teatro La Fenice di Venezia trae il proprio titolo da uno degli ultimi libri di Morelli. È un lavoro di ampio respiro, in cui un comporre a pannelli si organizza secondo una precisa idea strutturale. L'opera sembra guardare fuggevolmente a Budapest: a Kurtag e a Ligeti, con qualche barbaglio bartòkiano. L'epilogo si spegne nel silenzio, in una musica del congedo, punteggiata dai flebili sospiri della celesta, forse una toccante allusione al "profondo nulla" di cui parla il musicologo scomparso da quasi tre anni.
Ad aprire il serata sarà però il Concerto per viola e orchestra in Re maggiore di Franz Anton Hoffmeister. Composto in data imprecisata, probabilmente antecedente il 1799, è uno dei più raffinati concerti per viola del classicismo viennese, molto vicino ai modelli di Mozart e Haydn. Nel primo movimento, l'orchestra espone il primo tema, che si articola in due semifrasi di quattro battute ciascuna. Il secondo tema presenta l'indicazione dolce nella parte del solo ed è anch'esso articolato in due semifrasi di quattro battute. Poi la viola elabora materiale del primo tema e modula in si minore. Dopo una cadenza, l'orchestra riprende l'inizio del primo tema, trasportato questa volta in si minore, e modula ritornando in tonalità d'impianto, preparando la ripresa del solista a battuta 162 con levare. L'Adagio è in forma binaria, in re minore. Il movimento è aperto da un'introduzione dell'orchestra, segue una sezione solistica, un interludio dell'orchestra ed il movimento si chiude con una coda affidata all'orchestra. Il terzo movimento è un Rondò, scelta consueta nei concerti dell'epoca.
A chiudere la serata sarà Souvenir de Florence di Petr Il'ic Ciaikovskij facente parte della produzione di musica da camera per archi del compositore russo. Scritto tra il 1887-'90 e revisionato nel 1891-92 il Sestetto vuole essere un omaggio affettuoso alla città toscana, dove il musicista trascorse un riposante soggiorno nell'inverno del 1890. Nel novembre del 1890, mentre si provava a Pietroburgo La dama di picche, che avrebbe avuto un'accoglienza favorevole il 19 dicembre dello stesso anno, il compositore organizzò una esecuzione privata del Sestetto, alla presenza di alcuni amici, tra cui Glazunov e Ljadov, i quali espressero alcune riserve, tanto che Ciaikovskij pensò di riscrivere lo Scherzo e il Finale. In questa versione il Sestetto fu presentato a Pietroburgo il 7 dicembre 1892, poco meno di un anno prima della morte del musicista. Non mancano nel Sestetto alcune reminiscenze del lirismo cantabile delle opere italiane, verso cui l'autore nutriva sincera ammirazione, ma nel complesso la musica di questo lavoro rispecchia uno stile di marca russa, specie nei suoi accenti vivaci e popolareschi.