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Venerdì 6 Febbraio 2015 - Libertà

«La viola è la voce del cosmo»

concertistica Stasera il maestro russo in doppia veste, da Liberovici a Hoffmeister e Ciaikovskij

Il maestro Yuri Bashmet dirige I Solisti di Mosca al Municipale

piacenza - Non è certo la prima volta che il musicista russo Yuri Bashmet approda in terra piacentina, e neppure è la prima volta che qui si cimenta alla viola (oltre che sul podio con i suoi Solisti di Mosca) proponendo il brano di un contemporaneo.
L'ultima volta è accaduto nel 2012 (con una partitura del piacentino Lamberto Curtoni) e la prossima sarà questa sera alle 21 sempre con I Solisti di Mosca, che dirigerà al Teatro Municipale di Piacenza, nell'ambito della Stagione concertistica 2014/2015 curata (molto bene, quest'anno in particolare) dalla Fondazione Teatri di Piacenza. «Intanto proporremo l'ultima composizione del giovane compositore contemporaneo Andrea Liberovici, Non un silenzio, e poi suonerò il Concerto per viola e orchestra in Re maggiore di Franz Anton Hoffmeister». Pagina imperdibile (scaturita attorno al
1799), senza alcun dubbio. Basti pensare che il maestro Bashmet è considerato tra i migliori violisti al mondo. E, per finire, sarà la volta di Souvenir de Florence di quel Petr Il'ic Ciaikovskij che mette in prima linea proprio gli archi (la composizione fu scritta tra il 1887 e il 1890 ed è una perla del famoso compositore, meno conosciuta di altri suoi celebri capolavori ma altrettando meritevole.
«Sono influenzato da tutti i miei colleghi - dichiara Bashmet -. Perché imparo qualcosa da ogni musicista che ascolto». E tra i più grandi musicisti del Novecento - visto che non disdegna proporre opere contemporanee, talvolta in anteprima? «Quelli da cui forse ho imparato di più non erano violisti ma solisti di altri strumenti: penso a un violinista come Zino Francescatti, ad un pianista come Svjatoslav Richter, ed infine ad un violoncellista che fu anche mio grande amico, Mstislav Rostropovich. Ciò accade anche perché, per molto tempo, con poche e luminose eccezioni, i violisti sono stati spesso dei violinisti di "seconda scelta", degli ex violinisti che non avevano avuto successo con il loro strumento. Però le cose, da molto tempo, sono cambiate: negli ultimi decenni - prosegue il maestro - non solo la levatura dei solisti di viola, ma anche quella dei violisti d'orchestra è cresciuta in modo straordinario. Lo strumento che amo e al quale ho dedicato la mia vita ha recuperato la dignità che gli compete».
Se ciò è accaduto, come il pubblico avrà modo di sentire stasera al Municipale, un po' di merito va senz'altro anche a Yuri Bashmet. Che, sul suo strumento, aggiunge: «La viola non è uomo e non è una donna. Il suo suono ha una pura bellezza che è a metà tra il maschile e il femminile e, al tempo stesso, va al di là di entrambi. Come la voce del cosmo».

Eleonora Bagarotti

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