Venerdì 16 Gennaio 2015 - Libertà
Bruno Segre e un conflitto «che arriva da molto lontano»
«Israele e Palestina, passato e presente si intrecciano»
Secondo lo studioso Bruno Segre i conflitti tra Israele e Palestina che si intrecciano con il presente, arrivano da lontano, al di là della Shoah, addirittura dall'Ottocento. Ne ha parlato ieri sera in Fondazione, all'Auditorium Santa Margherita, davanti a un folto pubblico con competenza sulla possibile convivenza tra israeliani e palestinesi, in una serata promossa dalla Commissione diocesana per l'Ecumenismo, il Rapporto con l'Ebraismo e il Dialogo interreligioso della Diocesi Piacenza-Bobbio.
Introdotto da Lucia Rocchi e Don Celso Dosi i quali hanno sottolineato che l'iniziativa è da collegarsi con la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, Segre, che è nato a Lucerna nel 1930 ma ha origini piacentine, ha tenuto una "lectio" ricca di argomenti e di temi su cui riflettere. Da anni infatti studia l'impossibile rapporto tra ebrei e palestinesi: "Il dramma tra Israele e Palestina nasce in Europa - ha detto - da un progetto ottocentesco sulla cui base, una minoranza di ebrei europei voleva spostarsi in un territorio proprio (questo ben prima della Shoah) come risposta ebraica all'antisemitismo cristiano di matrice Est europea. Nel 1947 - ha proseguito - con un voto da parte delle nazioni Unite Onu, furono approvati due atti, uno riservato alla Palestina e uno agli ebrei, accettati dagli sionisti e rifiutati dagli Stati arabi che consideravano la Palestina di loro proprietà e in questo contesto David Ben Gurion decide di istituire lo stato di Israele".
Nonostante ciò la guerra tra ebrei e palestinesi non finisce, anzi, si accentua, il neonato Stato di Israele riceve armi dal blocco sovietico, attraverso la Cecoslovacchia. "Oggi - ha commentato Segre - la gran parte degli israeliani è composta da ebrei che provengono dal mondo arabo, gente che conviveva con gli islamici. La guerra del 1948, con la cacciata di 700mila palestinesi da Israele (negli anni sono diventati molti milioni, in quanto il tasso di natività si è elevato) ha contribuito ad accrescere odio e favorire una situazione drammatica". Era allora, secondo Segre, che bisognava creare due Stati. "Oggi - ha concluso - una soluzione militare è impossibile, l'esercito israeliano è tra i più forti del mondo, e se a ciò aggiungiamo che nel 1967, con la Guerra dei sei giorni, Israele ha occupato vasti territori come il Sinai e la Cisgiordania e che oggi Israele è fomentata dai nazional-religiosi ci accorgiamo che due fondamentalismi occupano sia Gaza che in Israele". Occorre dunque secondo Segre una soluzione politica, un compromesso, la disponibilità di capire i punti irrinunciabili e mediare in modo pragmatico".
Per la cronaca, Segre è stato membro del Consiglio del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano, ha presieduto l'associazione italiana "Amici di Neve Shalom/ Wahat as- Salam" e ha diretto la rivista di vita e cultura ebraica "Keshet". Ha dedicato contributi a vari aspetti e momenti della cultura e della storia degli ebrei.
Mauro Molinaroli