Lunedì 12 Gennaio 2015 - Libertà
L'epilessia si può tenere a bada
E' una questione di formazione-informazione. Nel 60% dei casi insorge nell'infanzia. Sabato convegno su come affrontare la patologia in età evolutiva
Il 60 percento delle epilessie insorgono nell'infanzia e nell'adolescenza, sia le forme più benigne, che sono il 70 per cento e si controllano coi farmaci, sia le forme più gravi e sintomatiche, talvolta associate a patologie neuropsichiatriche. A Piacenza i minori che ne soffrono sono circa 460 e devono affrontare ogni giorno, oltre ai disagi legati alla patologia, le paure, i pregiudizi e, in certi casi, la scarsa competenza di chi li circonda.
Per gli educatori, i genitori, gli assistenti sociali e gli insegnanti che desiderano approfondire la conoscenza di questa malattia in età evolutiva, gli strumenti utili a supportare bambini e ragazzi che ne soffrono, sabato 17 gennaio si terrà il convegno "Epilessia: approccio clinico, educativo, culturale e sportivo". L'incontro, che sarà ospitato nell'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano (via Sant'Eufemia 12) dalle ore 9.30 alle 13.30, è organizzato dall'Associazione epilessia Piacenza onlus (Aepo) in collaborazione con Svep, Lega italiana epilessia e Federazione italiana epilessia (Lice e Fie). Gli interventi saranno distribuiti nel corso di due sessioni, moderate rispettivamente dal direttore dell'Unità Operativa di Neuropsichiatria Giuliano Limonta e dal direttore della Pediatria Giacomo Biasucci; i sei relatori del programma di lavoro metteranno a fuoco le problematiche legate alla patologia da varie prospettive.
Il punto di vista dell'educatore verrà affrontato da Jacopo Aquino, che parlerà del proprio ruolo inteso come figura di mediazione fra il bambino, gli insegnanti, le famiglie e i medici. «Cercherò di fornire alcuni strumenti utili a chi fa il mio mestiere - ci anticipa -, come il "diario di bordo delle crisi" e le indicazioni su come informare la classe scolastica». L'esperto sostiene che «l'epilessia deve smettere di essere un tabù - è convinto -, se i compagni di scuola vengono sensibilizzati con serenità e chiarezza su ciò che può accadere al loro amico, non avranno paura davanti a una sua crisi».
Ma la paura non è tanto un problema dei bambini, quanto degli adulti, afferma un altro relatore, l'insegnante di educazione fisica Stefano Merli, che al convegno di sabato prossimo parlerà di sport in relazione alla patologia. «Nelle scuole primarie l'educazione fisica è demandata alle maestre - sottolinea -, che per timore, e i casi sono molti, esonerano i bambini con epilessia dall'ora di ginnastica, che invece è molto importante. Con il mio intervento illustrerò quali esercizi proporre, quali devono essere evitati e farò una panoramica degli sport extrascolastici adatti a loro». Nel corso del convegno saranno inoltre scandagliati gli aspetti clinici del problema, a cura del neuropsichiatra infantile Roberto Parisi, e la dimensione relazionale della cura, di cui parlerà la psicologa Martina Rossetti. Interverranno inoltre Oriano Mecarelli del Lice e Rosa Cervellione della Fie.