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Mercoledì 7 Gennaio 2015 - Libertà

"Le Contes d'Hoffmann", oggi prova aperta

Nel pomeriggio al Municipale l'opera di Offenbach, racconto tra realtà e sogno

piacenza - Al Teatro Municipale si tiene oggi (ore 15.30) la prova aperta riservata a studenti e ospiti delle case di riposo di Les Contes d'Hoffmann, di Barbier e Carré, musica di Jacques Offenbach, nuova produzione realizzata da Fondazione Teatri con il Comunale di Modena, di Reggio Emilia, Opera di Toulon e Nancy Opera Passion. L'Orchestra della Regione Emilia Romagna è diretta dal maestro Christopher Franklin, il Coro del Teatro Municipale dal maestro Corrado Casati. La regia è affidata a Nicola Berloffa, con la scena di Fabio Cherstich e i costumi di Donata Bettella, luci di Luca Antolini.
Cantano il tenore Giorgio Berrugi (Hoffmann), il baso baritono Simone Alberghini (Lindorf, Coppelius, dottor Miracle, Dapertutto), i soprani Maria Katzarava (Stella, Antonia, Giulietta), Elisa Cenni (Olympia), Violette Polchi (Musa e Nicklausse), Oreste Cosimo (Nathanael, Cochenille), Aline Martin (La voce della tomba e la Madre), Olivier Dejan (Luther e Crespel), Florian Cafiero (Andrès, Spalanzani, Frantz, Pitichinaccio), Josef Skarka (Hermann, Peter Schlemil).
Novità assoluta per il palcoscenico cittadino, Les Contes d'Hoffmann è opera di complesso racconto tra realtà e sogno. Ne è protagonista il poeta E. T. A. Hoffmann (1776-1822), avviato alla carriera burocratica in Slesia e poi a Berlino, al tempo stesso musicista, compositore e scrittore di successo di racconti popolati da personaggi bizzarri, irreali, come le donne inseguite. Les Contes offrono saggio di questi amori tormentosi, incontri con donne tra loro diversissime. Olympia si rivela essere una bambola meccanica, Antonia una creatura fragile, Giulietta una mondana veneziana e Stella è la cantante irraggiungibile. Su tutte vince una incarnazione in più travestimenti della Musa, ora soccorritrice, ora consolatrice.
L'opera ebbe successo fin dal debutto a Parigi nel 1881 all'Opera Comique ed è continuamente ripresa e riproposta nelle più diverse versioni. Il lavoro lasciato incompleto da Offenbach, per la sua improvvisa scomparsa (ottobre 1880), fu portato a termine da Ernest Guiraud, amico e collaboratore di Bizet, quindi da altri adattato alla bisogna, con tagli o con pagine ritrovate aggiunte, con dialoghi da recitare, successivamente musicati per per essere cantati. La nuova produzione adotta l'edizione critica di Kaye e Keck.

Gian Carlo Andreoli

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