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Venerdì 9 Gennaio 2015 - Libertà

Così Offenbach superò se stesso

"Les contes d'Hoffmann" stasera in scena

di GIAN CARLO ANDREOLI
Dopo più di un secolo dal debutto all'Opera Comique di Parigi (1881), Les contes d'Hoffmann, opera fantastica in un prologo, tre atti e un epilogo di Barbier e Carrè, musica di Jacques Offenbach, debutta al Teatro Municipale questa sera (ore 20,30), replica domenica 11 (ore 15,30), nella nuova produzione di Fondazione Teatri in collaborazione con il Comunale di Modena, di Reggio Emilia, Opera Toulon e Nancy Opera Passion. Jacques Offenbach, originario di Colonia, naturalizzato parigino, si dedicò al violoncello, alla direzione orchestrale, si impegnò come impresario teatrale con alterno esito, ed ebbe la massima fortuna come compositore d'operette, ne firmò più di cento, applaudite a Parigi e a Vienna. Il desiderio di superarsi con una composizione lirica al pari dei grandi operisti della sua epoca, imperavano Verdi e Wagner, trovò occasione nel testo di Barbier e Carré, opportunamente adattato. Barbier aveva abbozzato di suo e cedette volentieri a Offenbach libretto e pagine musicali.
Il compositore si decise ad affrontare la prova nel 1876, di ritorno dall'America, a fasi alterne, sempre lavorando anche a operette molto richieste. Les Contes hanno protagonista il celebre poeta e scrittore E. T. Amadeus Hoffmann (1776-1822), bel personaggio dalla vita piuttosto movimentata, funzionario governativo in Slesia e poi a Berlino, musicista, direttore d'orchestra, scrittore di racconti di genere fantastico e amante piuttosto instabile. Offenbach lavorò ai Contes quando già la sua salute era malferma e non riuscì a completare l'opera. Altri lo fece, Ernest Guiraud, amico e collaboratore di Bizet per Carmen, e altri ancora, togliendo e mettendo, così che se ne conoscono diverse versioni. Per l'occasione è adottata l'edizione critica di M. Kaye e Keck; tre ore e più di spettacolo divisi in tre tempi: prologo e storia di Olympia; Antonia; Giulietta ed epilogo. In breve, il poeta, in attesa di incontrare la desiderata Stella, cantante di successo e corteggiata, si abbandona fra gli studenti burloni, nella taverna, a raccontare i suoi amori infelici con donne inseguite: nello studio dello sperimentatore Spalanzani, Olympia si rivela essere una creazione meccanica; Antonia dalla voce melodiosa, è un fiore troppo presto appassito; Giulietta, mondana veneziana di poco scrupolo, è schiava del demone Dapertutto. Tre donne diverse che si ritrovano in una, Stella, irraggiungibile. Solo la Musa protettrice, alla fine, potrà consolare il poeta e riportarlo a ragione.
A realizzare tanto racconto è impegnata l'Orchestra della Regione Emilia Romagna diretta dal maestro Christopher Franklin. La regia è affidata a Nicola Berloffa, con la scena di Fabio Cherstich e i costumi di Donata Bettella, luci di Luca Antolini. Cantano il tenore Giorgio Berrugi (Hoffmann), il basso baritono Simone Alberghini (Lindorf, Coppelius, dottor Miracle, Dapertutto), i soprani Maria Katzarava (Stella, Antonia, Giulietta), Elisa Cenni (Olympia), Violette Polchi (Musa e Nicklausse), Oreste Cosimo (Nathanael, Cochenille), Aline Martin (La voce della tomba e la Madre), Olivier Dejan (Luther e Crespel), Florian Cafiero (Andrès, Spalanzani, Frantz, Pitichinaccio), Josef Skarka (Hermann, Peter Schlemil).
Il Coro del Teatro Municipale è diretto dal maestro Corrado Casati.

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