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Mercoledì 31 Dicembre 2014 - Libertà

Un ufficio aperto a pubblico e specialisti per ricostruire le nostre origini lontane

Una scheda dettagliata dell'archivio storico diocesano, la principale raccolta di documenti sulla vita della comunità diocesana piacentina, si trova nel primo volume della "Storia della diocesi di Piacenza" (edizioni Morcelliana, opera promossa dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano) che costituisce una "Guida alle fonti", archivi e biblioteche di Piacenza. In quest'opera viene indicato dove si trova l'archivio, vale a dire nel Palazzo Vescovile di piazza Duomo 33, ultimo piano (ma nei prossimi mesi traslocherà nel seminario di via Scalabrini) e vengono precisate le principali voci della raccolte di documenti conservati (curatori Luca Cerotti, Michela Giuranna, Ivo Musajo Somma e Anna Riva; introduzione di Daniele Menozzi).
A quest'opera rimandiamo coloro che volessero maggiori indicazioni specifiche senza considerare che il personale addetto all'archivio si distingue per disponibilità e preparazione tecnica.
In questa scheda l'autore ci offre una breve nota storica: "La diocesi di Piacenza esiste ab antiquo, le sue origini essendo risalenti all'epoca del martirio di Sant'Antonino e del primo vescovo san Vittore (IV sec.), e ha conosciuto nel corso del tempo numerose variazioni territoriali: comprendeva anticamente anche il Cremasco, l'Oltrepò pavese fino a Casteggio, ecc.. Comprende ancora, oltre al Piacentino, vaste zone del Parmense (Borgotaro, Bedonia, Salsomaggiore) e nel 1989 vi è stata unita la diocesi di Bobbio, il cui archivio storico è comunque rimasto autonomo nell'originaria sede di conservazione.
"Un primo riordino sistematico dell'archivio diocesano risale alla metà dell'Ottocento, come attesta un inventario del 1859 in cui sono indicate le filze dei fondi e i volumi esistenti nella cancelleria vescovile a quella data. Il materiale fu in seguito ricollocato a più riprese da vari responsabili dell'archivio".
Vengono poi riportate le varie voci delle raccolte conservate a tutt'oggi e tra l'altro vi troviamo gli atti della curia, documenti sui legati e sui benefici, fondi relativi ai vari episcopati, documenti relativi alle visite pastorali dei vescovi alle singole parrocchie (è una delle fonti più consultate). Non mancano poi momenti a noi vicini come la Resistenza. Da sottolineare che non tutto è consultabile: esistono documenti ancora vincolati per la privacy. E' una norma generale degli archivi: in genere quando sono coinvolte persone la legge impone che i relativi documenti possano essere resi di dominio pubblico solo dopo un determinato numero di anni.
Come si vede dai temi, anche le raccolte diocesane non sono riservate solo agli specialisti del passato, ma anche a persone interessate a fatti di cui sono stati testimoni. Inoltre l'archivio, come diciamo anche in altra parte, sta raccogliendo i libri canonici di molti archivi parrocchiali, specialmente quelli ormai privi di parroco residente, e quindi, attraverso i registri dei battesimi, dei matrimoni e dei morti ognuno può ricostruire la storia della propria famiglia. Si va, quindi, dalla grande storia di una comunità diocesana a quella di una singola famiglia, momenti diversi della nostra presenza sul territorio che potremmo definire "piacentino", ma abbiamo già visto nella premessa come in realtà la zona interessata sia molto più ampia.
Ricordiamo, infine, che l'archivio attualmente è aperto al pubblico il lunedì, il mercoledì e il venerdì, dalle 9,30 alle 12.

F. Fior.

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