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Mercoledì 31 Dicembre 2014 - Libertà

I realisti dicono: nessuno può veramente sapere come andrà Expo 2015, l'esposizione universale dedicata al cibo sostenibile che inizia il 1° di maggio a Milano con rappresentanze di 140 Paesi e con venti milioni di visitatori attesi

I realisti dicono: nessuno può veramente sapere come andrà Expo 2015, l'esposizione universale dedicata al cibo sostenibile che inizia il 1° di maggio a Milano con rappresentanze di 140 Paesi e con venti milioni di visitatori attesi.
Nessuno lo sa, anche se i numeri già parlano. Sotto il profilo della crescita sostenibile e, più egoisticamente guardando alle ricadute territoriali, l'incognita è sempre legittima. Succede lo stesso quando si gioca una partita a carte, chi vince e chi perde lo si scopre alla fine. Si può solo decidere se giocare oppure no.
Se correre il rischio o ritirarsi dalla prima linea.
E solo chi ha visione, gioca. E' esattamente lo scetticismo, il sopracciglio alzato, il nemico da combattere in situazioni come queste, che arrivano una volta al secolo offrendo insperati terreni su cui mettersi alla prova.
Expo 2015 non è solo la possibilità, per Piacenza - senza dire degli interessi generali - di avere un treno veloce per Milano, che pure ci vuole, di riempire il territorio di bed and breakfast, che però non guastano e producono reddito.
Expo 2015 è la prova generale d'orchestra per una piccola comunità di aprirsi al mondo. Di lustrare a dovere le sue infinite, segrete, spesso trascurate bellezze artistiche e paesaggistiche, di aprire le sue fabbriche per mostrare come si lavora da queste parti, dove la meccanica è un'arte che si tramanda da generazioni, di dire la sua sulle frontiere scientifiche dell'alimentazione umana e animale. Qualcuno ha dimenticato che la Facoltà d'Agraria è una punta di diamante internazionale?
Piacenza, città del mondo e non più città - semplicemente - di una piccola nazione in crisi. La grande partita, che vuol segnare anche l'inversione di un declino e quindi un riscatto, deve essere giocata fino in fondo, fino all'ultima goccia di sudore.
La comunità in tutte le sue componenti economiche e istituzionali nell'ottobre 2013 si è ricompattata su Expo come mai era accaduto prima. Nasceva Ats, l'Associazione Temporanea di Scopo.
Oggi, a quattro mesi dal taglio del nastro, con qualche ritardo legato ai travagli vissuti da Provincia e Fondazione e qualche soldo in meno decurtato dalla penuria di risorse pubbliche, tutti si è di nuovo sulla linea di partenza. Lo scatto, ora, è indispensabile.
Come è indispensabile coltivare quei sentimenti di fiducia e coraggio ai quali invitava dalle pagine di Libertà il piacentino Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit.
Piacenza ha proprio tutto per farcela. E il meccanismo è già in moto. I progetti legati a missioni di internazionalizzazione delle imprese stanno decollando (dal Giappone all'Africa), oltretutto premiati dai fondi della Regione, i progetti del Tavolo Social e del Tavolo del Pomodoro sono stati accolti, sulla rossa bacca simbolo della presenza piacentina a Milano si girerà un documentario. Studenti e giovani architetti del Politecnico hanno ideato la "Grande Zolla", bellissimo spazio piantato nel cuore di Expo a due passi da Palazzo Italia, per raccontare in un caleidoscopio la forza della nostra comunità, le sue ricchezze produttive (già quaranta aziende hanno prenotato spazi). I progetti sul turismo sono ancora al vaglio, si tratterà di decidere presto (entro gennaio) sui 25 selezionati quelli ai quali dare gambe e muscoli. A metà gennaio sarà presentata la piattaforma Experience Piacenza, quel mosaico on line destinato a restare che comprende tutta l'offerta turistica e produttiva locale. Il Vivaio Giovani è al lavoro sul brand Piacenza e la scelta dei valori-simbolo. Avviso agli smanettoni: su facebook Branding Piacenza sta coinvolgendo la comunità. E' la nostra partita.

Patrizia Soffientini

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