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Mercoledì 31 Dicembre 2014 - Libertà

Scontro sul museo del cinema

travo Primi ostacoli al possibile arrivo da Cortemaggiore della collezione Narducci

Il progetto per il castello Anguissola divide la maggioranza

TRAVO - Un museo del cinema a Travo? Il consiglio comunale si spacca sull'ipotesi di una esposizione permanente dedicata alla Settima arte - composto da cimeli di inizio Novecento, rarità e pellicole - che potrebbe essere ospitato nelle sale del castello Anguissola.
Diversi i malumori nella maggioranza che alla fine si traducono, al momento del voto, nella perplessità dell'assessore Elena Reggiani e del consigliere Daniele Everri, che si sono entrambi astenuti.
Il progetto, dal titolo "La fabbrica dei sogni", è composto dai cimeli del piacentino Luciano Narducci, che fa parte del cineclub Cattivelli e che per tutta la vita ha accumulato circa 300 apparecchiature cinematografiche (come proiettori o lampade magiche) tutte funzionanti e quindi, usufruibili a scopo didattico. Il museo, già ospitato a Cortemaggiore, dovrebbe trasferirsi a Travo per volontà dello stesso Narducci, che è rimasto folgorato dalle sale del castello Anguissola, dove l'esposizione dovrebbe sorgere. «È una collezione unica nel suo genere, che è stata richiesta anche da Torino e Venezia, oltre che Piacenza o Bobbio», sottolinea il sindaco Lodovico Albasi. Con l'atto approvato in consiglio comunale, si dà autorizzazione a procedere con la stipula di una convenzione per il diritto d'uso per trent'anni delle attrezzature cinematografiche da parte del Comune per l'allestimento nel castello.
Dalla stessa amministrazione, però, si levano diverse voci contrarie al progetto. Non un vero e proprio strappo (nessuno ha votato contro), ma una presa di distanza in questa fase preliminare. È il caso dell'assessore Luigi Mazzocchi che, nonostante i dubbi, ha votato a favore. «È un progetto forse troppo grande per Travo - fa notare -. Un museo simile l'avrei visto meglio a Bobbio, che già ha a che fare con il cinema. Quali costi avrà per il Comune in tempi di crisi? Chi lo gestirà? In più si sceglie di impegnare per 30 anni le sale del castello, dove dovrebbero essere trasferiti anche gli uffici comunali. Mi sembra eccessivo». E anche il consigliere Daniele Everri sottolinea qualche perplessità. «La sensazione è che Travo non sia il luogo giusto per ospitare il museo - dice -. Ma se andrà in porto sono pronto a collaborare».
Ad esprimere maggior amarezza è però il vicesindaco e assessore alla cultura Elena Reggiani. «Tutta la vicenda è stata gestita in modo insensato e io non sono mai stata chiamata a discutere del progetto nonostante l'incarico di assessore - attacca -. Dal momento che mi sono occupata di cinema anche per lavoro, avrei potuto essere utile in qualche modo. Mi solleva sapere che altri la pensano come me. A Travo abbiamo già il Parco e il museo sul Neolitico, che sono sfruttati solo in parte rispetto alle loro potenzialità. Ora che i rubinetti di finanziamento, primi fra tutti quelli della Fondazione di Piacenza e Vigevano, si stanno chiudendo e che il parco dovrà essere manutenuto anche nei prossimi anni, forse è meglio potenziare ciò che già esiste piuttosto che creare un nuovo museo». E conclude: «Ci vuole un progetto enorme dietro all'idea di un museo del cinema, dato che non può essere concepito come qualcosa di statico ma interattivo. Non voto contro, ma spero - e sono certa - che in futuro questo progetto sarà più chiaro e definito».
Il sindaco Albasi sottolinea come tutto sia ancora in fase preliminare. «Vorremmo portare avanti il progetto, ma se non ci saranno le condizioni non se ne farà niente - spiega -. Questo museo costa ed è una sfida impegnativa, ma può portare dei risultati. Anche per il parco Neolitico, all'inizio, ci furono scetticismi». Ad appoggiare la scelta Marco Freschi («Proprio perché siamo in crisi - dice - l'interesse popolare per il cinema può dare una nuova opportunità a Travo») e Roberta Valla.

Cristian Brusamonti

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