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Mercoledì 24 Dicembre 2014 - Libertà

Da Weckl a Bollani: è un Jazz Fest da Expo

Il batterista il 2 maggio a Fiorenzuola, al Municipale il pianista (il 9) e Garbarek (il 15)

di PAOLO SCHIAVI
È ufficiale. Ad aprire in grande stile la prossima, 12ª edizione del Piacenza Jazz Fest, sarà il nuovo progetto in quartetto dell'americano Dave Weckl, uno dei batteristi jazz e fusion più influenti e tecnicamente dotati di tutti i tempi su scala planetaria. La Dave Weckl Acoustic Band sarà protagonista, sabato 2 maggio, della serata pre-inaugurale della kermesse al Teatro "Verdi" di Fiorenzuola, organizzata in collaborazione con il Comune e l'assessorato alla Cultura della cittadina della Valdarda. L'inaugurazione ufficiale del festival organizzato dal Piacenza Jazz Club coinciderà invece con il già anticipato concerto di Stefano Bollani in collaborazione con la Fondazione Teatri di Piacenza, il successivo sabato 9 maggio al Teatro Municipale, dove il grandissimo pianista si presenterà in trio con i danesi Jesper Bodilsen al contrabbasso e Morten Lund alla batteria.
Terza succulenta anticipazione: tra i "main concert" confermati c'è quello del saxofonista norvegese Jan Garbarek, altro acclamato esponente dell'elite del jazz moderno a livello mondiale, anche in virtù delle sue collaborazioni con Keith Jarret. Garbarek si esibirà venerdì 15 maggio, sempre al Teatro Municipale, in quintetto con Bobo Stenson al pianoforte, Terje Rypdal alla chitarra, Arild Andersen al contrabbasso e l'indiano Trilok Gurtu, vero guru delle percussioni, già side-man di Joe Zawinul, Bill Laswell, Pat Metheny, Ralph Towner e John McLaughlin, ma anche Ivano Fossati, Marina Rei, Pino Daniele e il dj Robert Miles.
Se queste sono solo le prime indiscrezioni che trapelano sul cartellone dei concerti principali, programmato in concomitanza con Expo 2015, vale la pena ricordare che il Piacenza Jazz Fest si aprirà in marzo con diverse iniziative collaterali, tra cui progetti con le scuole e la seconda edizione della rassegna Piacenza suona jazz distribuita nei locali piacentini.
«In questo anno così particolare - commenta Gianni Azzali, presidente del Jazz Club - mettiamo in risalto la capillarità della nostra attività culturale, stratificata e distribuita su tutto l'anno solare: dagli 8 mesi stagionali del Milestone all'appendice estiva, col prossimo ritorno di Summertime in Jazz, passando per l'apice rappresentato dal Jazz Fest in periodo Expo, grazie a cui speriamo di coinvolgere un pubblico ancora più numeroso e geograficamente variegato».
Torniamo ora a Weckl. La "Acoustic Band" che vedremo in azione a Fiorenzuola è una formazione nuovissima, composta da musicisti di grande prestigio internazionale come il polistrumentista americano Gary Meek al sax tenore, il giapponese Makoto Ozone al pianoforte e organo hammond (gli appassionati ricorderanno i mitici anni in duo con il vibrafonista Gary Burton) e lo statunitense Tom Kennedy al basso elettrico, considerato uno dei migliori bassisti al mondo, con cui Weckl suona dall'età di quindici anni. La band presenterà il primo lavoro discografico insieme, Of the same mind, un album registrato in soli due giorni, frutto di un'alchimia speciale che si è creata tra loro sul palco in occasione di una tournée del chitarrista Mike Stern. Ne è uscita una miscela esplosiva di varie "jam session" in cui ciascun musicista riesce a esprimere il meglio di sé, tra sonorità funky, ritmi latini e tanto, tanto "groove".
Quanto infine a Bollani, formò il suo trio danese nel 2002 per suonare alla cerimonia in cui Enrico Rava ricevette il premio JazzPar. «Fu un bellissimo momento - annota Bollani - e pensammo che sarebbe stato bello continuare a suonare in trio. Andammo in tournée in Danimarca, poi nel resto della Scandinavia e poi dappertutto». Il suono del gruppo è duttile, intrigante, fluido e ricco di musicalità, come testimoniano i 3 album all'attivo: Mi ritorni in mente e Gleda con l'etichetta danese Stunt e Stone in the Water, loro primo lavoro per ECM. «In questo gruppo l'ascolto è un elemento centrale - spiega Bollani - e ciascuno di noi è, in ogni istante, attento a ciò che gli altri stanno suonando, concentrato sul suono nella sua totalità. Il mio ideale di gruppo jazz».

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