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Sabato 27 Dicembre 2014 - Libertà

Fuori Sacco, Calza (Fondazione): anziani e giovani al Santa Chiara

A Telelibertà il consigliere sulle prossime iniziative dell'ente: vorremmo anche avviare un incubatore per progetti meritevoli

"Fa più rumore un albero che cade rispetto a una foresta che cresce". Lo dice il consigliere della Fondazione Giovanni Calza, cardiochirurgo e Bisturi d'Oro 2014, dal divano arancione di "Fuori Sacco", in onda la Vigilia di Natale su Telelibertà. Presentata e condotta da Nicoletta Bracchi, direttore della nostra televisione, e dal giornalista Michele Rancati, la puntata è stata un viaggio in quella "foresta" di volti e di mani che, a Piacenza, in silenzio, cresce: un esercito più che pacifico di 24mila volontari, disposti ad esserci per gli altri, senza chiedere nulla in cambio.
A Piacenza, guardando i filmati e le "copertine" preparate da Rancati, c'è voglia di fare: e la Fondazione, sempre di più, in quest'ottica, soprattutto perché la coperta è sempre più corta, avrà un ruolo fondamentale nel territorio. Ma cambia la prospettiva di assegnazione delle risorse. Non più bancomat. «Si deve fare squadra, per rispondere ai bisogni della popolazione, vogliamo essere più incisivi, per evitare sprechi e doppioni» ha detto il professor Calza. Le erogazioni nel 2014 della Fondazione sono state pari a 5,7 milioni di euro; saranno nel prossimo anno 5,2 milioni perché 800mila euro voleranno via in tasse. I sogni a cui stanno lavorando i consiglieri sono tanti. Quali?
«Santa Chiara, innanzitutto, sullo Stradone Farnese - ha rimarcato Calza -. È un gioiello, all'interno della nostra città, un valore che va riportato alla comunità. Stiamo studiando come utilizzare il complesso, ma credo che il piano terra potrebbe diventare un centro diurno per anziani, dove poter giocare a carte o guardare un film o leggere un libro o, perché no, contare su un ambulatorio medico. Al piano superiore, potrebbe nascere un campus universitario, una sorta di college all'americana. C'è anche un parco immenso».
Calza, ai microfoni, snocciola poi un interessante progetto di medicina a domicilio. E arriva anche un importante appello ai giovani, primi oggi a fuggire dall'Italia e da Piacenza per trovare, più che un lavoro, una possibilità di crescita credibile. Qualcuno disposto ad investire su di loro. «Abbiamo tanti giovani in gamba che vanno a lavorare all'estero - ha sottolineato il professore, per trent'anni al Gaslini di Genova -. Vorremmo dare vita a un sistema non di borse di studio ma di veri e propri stipendi. Perché la borsa di studio è un dono, mentre lo stipendio è un diritto. Ecco, potremmo essere una sorta di incubatrice di progetti ben studiati e seri. Il nostro impegno sarà poi per la famiglia, oggi la più maltrattata. Avremmo dovuto esportare il nostro modello italiano di famiglia, sano, e invece stiamo importando quello dell'estero. Noi vogliamo volare alto. Basta con un'assistenza di tipo caritativo. Ci sono progetti meritori, quelli sosterremo, evitando sprechi».

Elisa Malacalza

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