Giovedì 18 Dicembre 2014 - Libertà

Quando "lei" apre nuove strade

Premi a quattro donne leader: Ronconi, Spezia, Mannina e Pantaleoni

«In ciascuna di queste quattro donne, pur diverse fra loro, emerge una comune capacità di ascolto, di mettersi in relazione e "annusare" ciò che sta loro intorno, soprattutto emerge la capacità di visione».
Paola Pedrazzini, autrice insieme a Boris del documentario che è stato proiettato ieri all'Auditorium della Fondazione dal titolo "Piacenza Donne & leadership" nel quadro delle giornate di Pulcheria, individua in queste non scontate qualità, quel filo rosso che ha aiutato le quattro protagniste ad affermarsi in mondi prettamente maschili: dall'editoria alla politica all'imprenditoria, senza tradire una sensibilità e uno sguardo speciali. Saper andare avanti avendo ereditato un ruolo, un'azienda, una vocazione, ma dando poi la propria impronta, il proprio segno fatto di coraggio e testardaggine, versatilità e ampiezza di vedute.
Pulcheria, la festa dei talenti al femminile, ha scelto Donatella Ronconi (dal 1994 presidentessa di Editoriale Libertà), Rosarita Mannina (consigliera di Parità), Mariangela Spezia (imprenditrice) ed Elena Pantaleoni (titolare dell'azienda Vinicola La Stoppa) per assegnare un premio alla qualità della leadership "rosa", non tanto e non solo per il fatto di avere raggiunto una posizione di rilievo nella nostra società, ma per il modo in cui questo potere viene esercitato e per gli ostacoli che queste "pioniere" hanno dovuto superare. In ogni caso, esempio per le donne che vogliono emergere senza tradire se stesse.
«Si tratta di avere una direzione e la forza devi trovarla dentro di te» racconta nel video Donatella Ronconi, fra belle immagini dagli Anni 70 ad oggi, dalle macchine da stampa di una volta e la mitica rotativa Marinoni alle nuove frontiere di Tv e on line, affidate alle figlia Enrica, frammenti di com'era l'informazione ai tempi del piombo e di come si vada rapidamente trasformando. Resta l'impegno a lavorare sodo «con molta volontà e forza per resistere», guadagnandosi quel «rispetto che agli uomini si dà in modo più scontato». E oltre alle svolte tecnologiche, all'imprenditrice si deve anche la crescente valorizzazione del contributo delle giornaliste donne, un tempo molto più marginale e subalterno, quando non assente.
Per Maria Angela Spezia nel modo di declinare un'intensa attività di imprenditrice per tradizione di famiglia (amministra Eco Packaging) e con responsabilità in Confindustria nazionali sulla piccola e media impresa, conta molto la formazione internazionale che l'ha portata a vivere in Inghilterra, Francia e Spagna, a farsi le ossa all'estero, ad aprirsi gli orizzonti. Giornate fitte di impegni, ma anche attenzione alla flessibilità dei propri dipendenti, perché «da noi manca un sistema-Paese che supporti le donne» spiega nel video. Spezia non crede alle quote rosa quanto alle qualità della persone, ma riconosce che l'uomo è «più schematico» e la donna sa conciliare in modo naturale tanti aspetti della realtà. Una chiave per far bene? «Uscire dal circolo vizioso dell'egoismo».
«Volevo girare il mondo e fare la fotoreporter, ma alla morte di mio padre sono diventata custode di questo posto». Chi parla è Elena Pantaleoni, produttrice di vini noti e apprezzati. E mentre si racconta, sullo sfondo scorre una meravigliosa veduta delle nostre colline. Pantaleoni mette l'accento sull'artigianalità del proprio lavoro, la scelta e il rispetto verso la natura, il rifiuto di concimi e pesticidi. Un corpo a corpo quotidiano con la bellezza dei luoghi, con un fare etico. Le «quote rosa» non contano, spiega, ma è vero che ci si trova ancora a dover vincere, raramente, ma accade, certe forme di scetticismo maschile quando è "lei" a dire come vanno fatte le cose.

Patrizia Soffientini patrizia.soffientini@liberta.it