Giovedì 4 Dicembre 2014 - Libertà
Casaroli e i giovani nella mostra allestita in suo ricordo al Teatro Comunale
di GIUSEPPE GANDINI
In questo periodo di celebrazioni casaroliane ho avuto la fortuna di incontrare tanti giovani ed ho cercato di spiegare loro qualcosa sul Card. Segretario di Stato Agostino Casaroli attraverso la mostra allestita nel nuovo e bellissimo spazio espositivo del teatro comunale. Frutto della rieborazione di una precedente mostra fotografica curata a suo tempo da Jo Nani e Delio Profili, integrata e arricchita con nuovi materiali donati dal porporato alla sua città natale, è stata resa possibile grazie al preziosissimo lavoro dell'insegnante del liceo Volta Paola Biamini con alcune classi e da me. Molto apprezzata, nel periodo dell'apertura è stata visitata da circa 500 persone, come risulta dalle firme apposte nel registro che era stato predisposto all'ingresso. Inaugurata il 16 di agosto alla presenza dell' Arcivescovo Piero Marini (è sua la prima delle firme sul registro insieme a quelle del Sindaco Lucia Fontana, del Parroco Lino Ferrari e dell'Assessore alla Cultura Valentina Stragliati), e chiusa il 23 novembre dalle firme del Segretario di Stato vaticano Card. Piero Parolin, del Vescovo di Piacenza-Bobbio Gianni Ambrosio e dalla Dr. ssa Orietta Casaroli, nipote del cardinale castellano.
Inaugurata il 16 di agosto perché il Card. Casaroli ha sempre cercato di essere presente in quella data a Castel San Giovanni per la Festa di San Rocco, nel quartiere natale del Borgo. E' quindi sembrato giusto da parte degli organizzatori rendergli omaggio in un giorno per lui molto caro e molto sentito. Dicevo di aver incontrato tanti giovani delle scuole inferiori e superiori. Mi ero preparato per questo leggendo parecchio su quel personaggio mondiale che è stato il Card. Agostino Casaroli e spero di aver aiutato i giovani a capire quanto sia stato straordinario nelle sue azioni questo "divino diplomatico" negli anni in cui si è trovato a confrontarsi con enormi problemi internazionali, senza mai dimenticarsi di essere un sacerdote e per questo impegnato concretamente con i "suoi giovani" in autentiche azioni di carità. Molti insegnanti mi hanno manifestato il loro interesse per la visita pregandomi di trovare il modo di non disperdere i documenti e gli oggetti che l'hanno arricchita ma di riallestirla possibilmente in altri locali al fine di conservare memoria del porporato per i più giovani; questo anche a fini didattici, trattandosi in fondo di comprendere -attraverso di lui - un importante periodo della storia internazionale del XX secolo. Tutto mi induce a credere che il grande sforzo organizzativo sostenuto per questa iniziativa e per le tante altre messe in cantiere quest'anno dallo speciale Comitato costituito congiuntamente dal Comune e dalla Parrocchia di Castel San Giovanni insieme ad altre importanti Istituzioni della nostra provincia e aiutati in questo dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, dalla Banca di Piacenza e dalla Banca Centropadana, non sia stato vano. E poi sono sicuro che il Card. Casaroli sarebbe stato contento di quello che abbiamo fatto per ricordarlo tra i giovani. Era sempre felice di stare in mezzo a loro.
Come mi ha detto la nipote Orietta in occasione della sua visita, una volta andato in pensione il Card. Casaroli accettava solo incontri con i giovani delle scuole o di università in tutto in mondo per parlare delle sue passate attività.
Ed è stato con loro anche attraverso le immagini fotografiche e documentarie di lui che siamo riusciti a trasmettere con la mostra: insieme ai grandi della terra o con agli amici lasciati nella sua città natale che amava moltissimo ritrovare, negli incontri con la comunità civile e religiosa e con gli alunni e gli studenti delle scuole; nei suoi incontri con i papi che si è trovato a servire fedelmente e che l'hanno ringraziato attraverso fotografie con dedica autografa; nei numerosissimi viaggi compiuti in vari continenti di cui è stata conservata memoria attraverso documenti o regali ricevuti; con i libri scritti da lui o su di lui, con i dischi di musica classica ricevuti in regalo e gli importanti articoli scritti sulla sua attività; con i diplomi di laurea honoris causa ricevuti da università di tutti i continenti, o nelle sue omelie e discorsi raccolti ordinatamente; o vedendolo discorrere amabilmente della sua vita e della sua carriera diplomatica in un bel video che accompagnava la mostra. Una mostra ricca di spunti sui quali lavorare in futuro da parte degli insegnanti e delle classi, considerando che sul Card. Casaroli moltissimo materiale documentario è stato accumulato e si trova a disposizione presso la biblioteca di Villa Braghieri.
E' quindi sperabile che la mostra possa essere riallestita a villa Braghieri, dove si conserva già gran parte della sua biblioteca privata e molti altri ricordi su di lui che non è stato possibile esporre. Magari con pannelli esplicativi e un catalogo simile a quello che accompagnava la mostra al teatro Verdi, anche questo frutto del prezioso lavoro dell'insegnante e dei ragazzi del Liceo. Dicevo del mio incontro con i giovani: devo confessare che non speravo di trovare così tanta attenzione da parte loro per quello che ho cercato di esporre. Certo le classi erano state preparate dagli insegnanti; alcune sono state - diciamo così - un po' vivaci. Ma la mia soddisfazione è stata grande perché ho percepito che in tanti di loro - molto attenti - si è fatta strada l'idea che da questo immenso "uomo del dialogo" sia ancora possibile imparare un metodo di lavoro e uno stile di vita.
Sia possibile imparare la tolleranza e l'attenzione alle ragioni degli altri, senza prevaricazioni e senza falsificazioni di sorta. Come ho cercato di dire loro: non possiamo essere tutti dei Casaroli. Lui è stato quel grande personaggio storico che è stato, di cui anche lo splendido convegno organizzato dall'Università Cattolica di Piacenza ha dato conto, alla presenza di relatori di rilievo nazionale che ne hanno ancora una volta scandito il profilo di autentico protagonista di un'epoca.
Dicevo loro: ispiriamoci a Casaroli per come lo possiamo fare noi ai nostri giorni, cercando prima di tutto il dialogo con i nostri interlocutori; facendo sempre prevalere le ragioni della tolleranza e del rispetto per le idee degli altri. Così avremo reso omaggio a Casaroli e imparato - credo - quello che lui ha cercato di insegnarci.