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Giovedì 4 Dicembre 2014 - Libertà

Everest, sogno senza tempo

Stasera all'Iris torna con due film la rassegna Cineclub

piacenza - Il settimo appuntamento della fortunata rassegna Cineclub - Grandi film su grande schermo, proposta in collaborazione con la Fondazione Cineteca Italiana di Milano, in programma alla multisala Iris stasera alle ore 21 prevede una doppia proiezione introdotta da Pietro Agosti del Cai di Piacenza.
Si parte con High tension di Zachary Barr (Stai Uniti, 2013, 36'), offre uno sguardo esclusivo sulla ben nota vicenda della rivolta di un gruppo di guide sherpa ai danni di Ueli Steck, Simone Moro e Jonathan Griffith, alpinisti di fama internazionale, sull'Everest nell'aprile del 2013. In seguito all'accaduto, e in risposta alla raffica di polemiche scatenatasi, i tre uomini rinunciarono alla scalata che avrebbe dovuto aprire una nuova via alla celebre vetta. Giunto sul posto pochi giorni dopo, il regista Zachary Barr, il quale inizialmente voleva fare un film sul fascino dell'arrampicata, si ritrovò perciò per le mani una storia molto diversa. Difatti, il documentario si interroga soprattutto sulle motivazioni dell'accaduto, rivelando ad esempio la realtà dei rischi che da sempre pesano sulle spalle di quei laboriosi nepalesi. Ogni anno essi traghettano centinaia di clienti occidentali sulla cima del mondo, e proprio in una simile circostanza un gruppo di questi venne a contatto quella primavera con la spedizione dei tre stranieri, costretti a incrociare la loro cordata per raggiungere la tenda del Campo 3, a 7200 metri, senza corde fisse né ossigeno. Fu allora che uno dei capi autoctoni si infuriò e inaspettatamente alzò la voce contro Moro e compagni, accusandoli di aver fatto cadere del ghiaccio sulla sua squadra. In pochi minuti la situazione degenerò, passando dalle minacce alla rissa, tanto che solo grazie all'aiuto di altre persone presenti nel vicino Campo 2 si poté evitare la tragedia. Ha affermato Simone Moro: «L'Everest rimane stupendo, ma il rapporto tra sherpa e occidentali è cambiato molto. Secondo me sono ormai consapevoli di quanto business ci gira intorno e non accettano più che non sia solo tutto loro. C'è però da aggiungere, come fatto molto importante, che abbiamo ricevuto delle scuse ufficiali».
Di Everest e uomini parla anche High and hallowed: Everest 1963 di David Morton e Jake Norton 1963 (Stati Uniti, 2013, 48'), tra tutti e due, nove volte sull'Himalaya. Il film è narrato dallo scrittore di successo e scalatore Jon Krakauer e celebra gli sforzi audaci e visionari della spedizione americana del 1963, dove il grande impegno e una lotta estenuante portarono all'avventurosa prima scalata della cresta ovest, compiuta da Tom Hornbein e Willi Unsoeld.
Cinquant'anni dopo, un team di alpinisti d'élite torna alla base della montagna per ripercorrere lo stesso itinerario e scoprire se il rischio, l'avventura e l'ignoto che aveva attirato i primi americani sia ancora presente sul "Tetto del Mondo". Nonostante il tentativo del gruppo, completato da Charley Mace e Brent Bishop (figlio di Barry Bishop, uno dei fotografi di quella prima spedizione), sia fallito a causa delle sfavorevoli condizioni atmosferiche, il documentario apre a prospettive future mescolando abilmente passato e presente.

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