Mercoledì 3 Dicembre 2014 - Libertà
La disabilità è imputabile all'ambiente in cui si vive
GIORNATA DIRITTI DISABILI
di VITTORIA ALBONETTI*
Il 3 dicembre, come ogni anno dal 1992, ricorre la celebrazione della Giornata internazionale dei diritti delle persone disabili.
Il tema scelto quest'anno dalle Nazioni Unite è "Sviluppo sostenibile: la promessa della tecnologia", la tecnologia quindi come strumento per favorire l'inclusione sociale delle persone con disabilità, consentire più facilmente a loro di avere un lavoro, assicurare una migliore assistenza, far sì che, in occasione di catastrofi, terremoti e più in generale gravi emergenze, non siano vittime predestinate ma possano avere la possibilità di mettersi in salvo e sopravvivere. Tale giornata quest'anno richiama quindi l'attenzione su come la tecnologia, diventata nella società d'oggi ormai indispensabile, possa apportare un fondamentale contributo per un'equa partecipazione delle persone con disabilità alla società e perché esse possano accedere senza alcun problema ai servizi offerti alle comunità.
E proprio su questo argomento nei giorni scorsi a Bologna si è tenuta la mostra-convegno nazionale " HANDImatica ", che a favore delle persone con disabilità, anziane non più autosufficienti o con fragilità ha declinato gli ambiti della tecnica e della tecnologia in diverse aree d'interesse a partire dalla scuola, passando per il lavoro, l'autonomia e la partecipazione con attenzione anche al concetto di " smart city ", cioè di " città intelligente", che dovrebbe essere tale grazie ad una sempre più fitta rete di connessioni tra tecnologia e vita cittadina, facilitando in tal modo l'inclusione di tutte quante le persone che vi abitano e la frequentano.
Il tema di quest'anno è di per sé molto interessante e importante, ma senz'altro avveniristico se rapportato alle situazioni reali che viviamo nella nostra società; ci dà comunque l'opportunità ancora una volta di riflettere, come ci suggerisce la Convenzione ONU, che la disabilità è un concetto dinamico e in evoluzione, il risultato dell'interazione tra minorazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la piena ed effettiva partecipazione nella società su base di parità con gli altri. Ci ricorda quindi che la disabilità non è imputabile all'individuo in sé, ma all'ambiente che lo circonda o al contesto nel quale vive, contribuendo a spostare l'attenzione dalla dimensione esclusivamente psicofisica della persona con disabilità all'ambiente nel quale si sviluppa la sua personalità e con il quale essa interagisce quotidianamente allo scopo di rimuovere gli ostacoli materiali e sociali che ne limitano l'autonomia e ne impediscono di fatto una piena partecipazione alla vita sociale.
Al riguardo si può fare un esempio: se nel tentativo di aprire la porta d'ingresso della propria abitazione una persona con ridotte capacità motorie incontra serie difficoltà, nella maggior parte dei casi la reazione più naturale consiste nello sforzarsi in prima persona o nel ricorrere ad un aiuto esterno e non si considera che il problema risiede in realtà nelle caratteristiche della porta, progettata evidentemente con riferimento a soggetti aventi una diversa capacità motoria e non alla connotazione funzionale dell'individuo.
E' un invito quindi a guardare alla disabilità in un'ottica sociale e soprattutto relazionale, come ad un'esperienza universale e non ad una condizione di svantaggio che riguarda una minoranza degli individui e ciò come presupposto per il riconoscimento di una forma ulteriore di autonomia complementare rispetto a quella propria della persona nella sua esistenza individuale.
Come dicevo queste riflessioni conducono necessariamente anche a rilevare il forte divario esistente tra queste auspicabili prospettive e l ‘esperienza reale in cui la persona disabile si trova generalmente a vivere nella società italiana a causa della mancanza di un serio e coerente impegno politico al riguardo, di normative carenti o disattese, di pesanti burocrazie, di barriere architettoniche e culturali. Ogni giorno poi oggi si sperimenta che i risultati finora ottenuti sono messi a rischio e in parte già compromessi dalla grave crisi economica con prospettive di regressione e di deterioramento del percorso riformatore intrapreso negli anni passati, che accanto alla tutela giuridica ha perseguito anche il riconoscimento culturale della persona disabile, rivendicando la sua diversità come arricchimento e valore all'interno della comunità.
La giornata internazionale delle persone disabili ci induce quindi anche a considerare che, per continuare nel percorso di salvaguardia dei loro diritti, la realtà socioeconomica del momento impone un atteggiamento di solidarietà sociale e un impegno coeso tra attori, pubblici e privati, preposti alle varie tematiche della disabilità in un atteggiamento di sussidiarietà evitando particolarismi e il frazionamento delle risorse personali e finanziarie presenti sul territorio. Ci conduce anche a prendere atto che progetti di inclusione e di autonomia possono realizzarsi perseguendo contemporaneamente un impegno di sensibilizzazione ad un approccio culturale che guardi al disabile anzitutto come persona e sposti l'attenzione dell'opinione pubblica da ciò che separa disabili e non disabili a ciò che invece li accomuna.
*Fondazione Pia Pozzoli " Dopo di Noi"