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Sabato 29 Novembre 2014 - Libertà

Umberto Chiappini, manager della carità

Fiorentini presenta il suo libro sull'indimenticato presidente della Caritas

Un manager della carità. Così lo studioso Fausto Fiorentini ha definito Umberto Chiappini, indimenticato presidente della Caritas scomparso un paio di anni fa a cui lo scrittore piacentino ha dedicato un libro intitolato "Umberto Chiappini, una vita piena". Il volume è stato presentato ieri pomeriggio al centro Il Samaritano della Caritas in un incontro, organizzato dalla Caritas in collaborazione con la Casa del fanciullo e Il Germoglio e coordinato da Massimo Magnaschi al quale hanno partecipato anche il direttore della Caritas Giuseppe Chiodaroli, Angelo Manfredini, Maria Rosa Razza, Giancarlo Riccò e Renzo Rigoni.
"Avrei voluto intitolare questo libro "Un manager della carità" perché davvero Umberto Chiappini lo è stato" ha spiegato Fiorentini, "è stato un grande testimone, un fervido credente, ma soprattutto si è distinto per la sua operatività a favore dei terremotati del Friuli e dell'Irpinia e dei più poveri. Il libro intende dare conto di questo e anche di tanto altro: non volevo realizzare un santino di questo uomo straordinario che è stato anche dal 1976 al 1985 il primo presidente della Caritas prima del cambio di statuto che ha riservato la presidenza al vescovo. Ha avuto un peso importante anche nella Fondazione di Piacenza e Vigevano dove ha ricoperto la carica di vicepresidente e si è impegnato in tanti ambiti dalla casa accoglienza "Don Venturini" alla cooperativa Il Germoglio, dall'università Cattolica dove è stato docente alla Casa del Fanciullo: le testimonianze raccolte nel libro lo raccontano, presentano i tanti aspetti e il molteplice impegno di questo manager della carità".
"Di lui ricordo la grande signorilità dell'animo e la sua pacatezza" ha spiegato Razza, mentre da parte sua Rigoni ha evidenziato "l'impegno che Umberto dimostrò nell'aiutare la cooperativa Il Germoglio, dimostrando di essere sempre un punto di riferimento". "Un uomo intuitivo, affabile e intelligente" lo ha definito invece il commercialista Riccò, "lo conobbi perché insieme ai suoi fratelli era mio cliente: la conoscenza si ampliò successivamente quando divenne vicepresidente della Fondazione alla fine degli anni Novanta".
"Abbiamo voluto realizzare questo volume per non disperdere l'insegnamento di Umberto e di sua moglie Giulia" ha spiegato invece Chiodaroli, "la Caritas grazie a loro appare una casa paterna dove c'è posto per tutti e ha ereditato da loro l'esempio di un amore immenso di lavoro pastorale: il sorriso e l'ironia di Umberto erano emanazioni della ricchezza della sua anima".

Parab

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