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Martedì 27 Gennaio 2004 - Libertà

Fracci, soave "regina" nel Lago dei Cigni

Intervista alla stella di prima grandezza della danza internazionale, sublime partner di Nureyev e Baryshnikov. Municipale - Al via la stagione di balletto sulle note di Ciaikovskij, stasera fuori abbonamento e domani per gli abbonati. In scena col Corpo di Ballo dell'Opera di Roma di cui è direttrice

La stagione di balletto 2003-2004 del Teatro Municipale, curata dalla Fondazione Arturo Toscanini, si apre alle 20.30 di stasera (fuori abbonamento) e di domani (in abbonamento) sulle note espressive e drammatiche di uno dei più noti balletti "classici": Il lago dei cigni. Scaturito dall'elaborazione di una partitura del grande compositore Piotr Ilic Ciaikovskij, nel 1871, la messa in scena piacentina segna anche la ricorrenza del 103° anniversario della morte di Giuseppe Verdi.
L'accostamento può sembrare "atipico" ma, in realtà, suggella indirettamente un collegamento, forte e invisibile, tra colei che incarna nel balletto il ruolo di "Regina" e la stessa grande interprete che diede volto e movenze a Giuseppina Strepponi nello spettacolo Traviata, Dramma della Signora Verdi, ideato da Beppe Menegatti, e nello sceneggiato televisivo Giuseppe Verdi.
Stiamo parlando di una stella di prima grandezza, che ha fatto innamorare il pubblico del mondo intero incarnando i ruoli più importanti e impegnativi della danza classica e contemporanea: Carla Fracci.
La Fracci, attualmente direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell'Opera di Roma - che danzerà ne Il lago dei cigni - si è recata ieri al "Municipale", dove dapprima ha tenuto una lezione ai suoi ballerini ("La adoriamo, ci segue costantemente", confessano all'unisono dietro le quinte) e più tardi nelle prove per la messa in scena.
Questa sera, oltre alla Fracci, i protagonisti principali saranno Anjella Kouznetsova nel ruolo di Odette/Odile e Igor Yebra in quello del Principe Siegfrid; coreografia di Galina Samsova da Petita e Ivanov; scene e costumi di Aldo Buti. E, nel "golfo mistico", l'Orchestra Filarmonica Italiana. Nel cast sarà presente anche la piacentina Isadora Gorra.
Alla Signora Fracci abbiamo chiesto di anticipare qualcosa sulla messa in scena e sul personaggio da lei interpretato.
""Il lago dei cigni" è un balletto classico e i Classici vanno rispettati. Il mio ruolo di Regina è un ruolo "di presenza", che sul palcoscenico ha la sua importanza".
Così come grande importanza ha il suo ruolo di Direttrice del Corpo di Ballo dell'Opera di Roma, che corre parallelo alla sua ricchissima attività di interprete.
"Per quanto riguarda "Il lago dei cigni", ho posto l'accento sull'attenzione stilistica in quanto il ballo è "scoperto". Sono ormai tre anni che sono con questa Compagnia: un ruolo di grande responsabilità ma anche di grande soddisfazione. Ho avuto un grande ritorno. E' un piacere fare nuove tournèe con la Compagnia. Abbiamo ottenuto risultati straordinari facendo il tutto esaurito ad ogni serata, riscuotendo anche un grande successo a Mosca, dove abbiamo proposto un repertorio di valore".
E dopo questa tappa piacentina proseguirete ancora...
"Sì, andremo a Catania. Poi torneremo a Piacenza (sabato 7 e domenica 8 febbraio) con "Amleto Principe del sogno", un balletto in due atti di Beppe Menegatti su musica di Dmitrij Sostakovich, dove io sarò l'interprete protagonista".
Sarà un secondo "regalo" per la nostra città: un grandissimo avvenimento internazionale poiché "Amleto" non è mai stato eseguito in nessun teatro del mondo. Senza voler precorrere troppo i tempi, quali altri ruoli significativi ha interpretato recentemente?
"Tanti. Sono in grande attività. Oltre al ruolo di Amleto penso a Cabiria, nel Girotondo Romano; all'Opera da Tre Soldi e, ancora, alla Rosina nella Trilogia di Mozart. Sia per quanto riguarda i miei ruoli di interprete, sia con la Compagnia m'impegno con orgoglio".
Signora Fracci, dall'alto della sua grandezza dia un consiglio ai giovani aspiranti danzatori che verranno ad applaudirla, stasera a domani...
"La danza è una disciplina ferrea. Impegnarsi nella danza non è che sia una scelta da fanatsticare. E' un lavoro che impegna molto. Fare questa scelta, così come in altri campi, deve mettere in conto questo aspetto. L'impegno è tanto e i ragazzi studiano molto. I genitori non devono spingere i figli a fare questa professione perchè la scelta deve essere naturale. Alcuni, a un certo punto, si rendono conto di non farcela e smettono".
Cosa si augura per il futuro della danza in Italia?
"In Italia il vero problema è che non abbiamo una compagnia nazionale e dunque trovare lavoro è più faticoso. Se si danza solo per divertimento non va bene perché danzare è un lavoro. Un lavoro ma, soprattutto, un'Arte".

Eleonora Bagarotti

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