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Venerdì 21 Novembre 2014 - Libertà

«Imparare a gestire la tecnologia per favorire la crescita dei figli»

Questa sera, alle 20.45 presso l'Auditorium della Fondazione in via Santa Eufemia,secondo appuntamento del nuovo ciclo della Scuola Genitori

Matteo Lancini, psicologo e docente, anticipa i temi della serata

di ELISA MENDOLA
Appuntamento questa sera con il secondo incontro della quinta edizione di Scuola Genitori all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano in via Sant'Eufemia 13 a Piacenza alle 20,45. Il tema: "La tecnologia come risorsa per la crescita e non come distrazione", sarà spiegato da Matteo Lancini, psicologo e docente presso l'Università degli Studi di Milano. A Lancini chiediamo di anticipare i temi della serata e, in particolare, come evitare di subire gli eccessi tecnologici dei nostri figli per ritrovare il gusto di un'educazione fatta di persone e non di schermi.
Più di una ricerca segnala che l'uso dei video schermi digitali (tablet, computer, smartphone, ecc.) provochi un'inevitabile distrazione nei bambini e nei ragazzi con fenomeni di alienazione crescente dalla realtà, anche da quella scolastica. Esistono dei rimedi?
«In questo momento storico ci troviamo di fronte a trasformazioni importanti che non rendono praticabile pensare di dichiarare guerra alla sempre crescente diffusione delle nuove tecnologie e di internet in particolare. Al di là di una riduttiva presa di posizione che divide i così detti "tecno-ottimisti" dai "tecno-pessimisti", bisogna guardare in modo critico la realtà. Il nostro sistema cognitivo è cambiato, soprattutto il modo di processare l'ingente quantitativo di informazioni provenienti da più canali sensoriali in simultanea, ma non possiamo attribuire al web la responsabilità di rendere gli individui alienati rispetto alla realtà. Dobbiamo prendere atto delle trasformazioni e fare spazio a delle nuove normalità, pensare che esistono nuovi modi per concentrarsi, senza rimanere ancorati a ciò che questo significava in passato».
I genitori sono preoccupati per l'uso di Internet?
«Diventa necessario e urgente una riorganizzazione della scuola e della concezione del mondo più in generale, che preveda una graduale integrazione tra mondo reale e virtuale. Nella mia esperienza clinica incontro molti genitori preoccupati per un possibile abuso di internet da parte del figlio, ma sono altrettanti quelli che chiedono "Mio figlio preadolescente non ha whatsapp o facebook, è normale? Sarà emarginato dal gruppo dei coetanei"? Molto spesso capita di incontrare dentro e fuori le stanze del lavoro psicologico adulti che si fanno portavoce di un'ostinata maleficazione nei confronti dei nuovi strumenti di comunicazione a portata di mano degli adolescenti: "Perdono tempo", "non studiano", "si distraggono", queste sono alcune delle frasi più ricorrenti che affollano le menti dei genitori, preoccupati che fare ricorso al virtuale porti con sé l'ombra di un disinvestimento progressivo su tutto ciò che la vita offre in termini di possibili sperimentazioni ed esperienze reali, compromettendo così l'accesso a quelle esperienze che contribuiscono alla "costruzione" della persona. Se i nostri ragazzi sono iperstimolati dobbiamo trovare il modo di governare, dal punto di vista educativo, questi processi senza banalizzare i rischi (che in caso di abuso nell'esposizione ai mezzi virtuali sono numerosi). E' quindi importante tenere conto anche degli aspetti evolutivi che la tecnologia mette a disposizione per cercare di "sfruttare" al massimo quelli».
Il marketing digitale non sembra interessato a porsi dei limiti. Vengono confezionate nuove App. per bambini sempre più piccoli. L'accesso ai siti porno non viene neanche più considerato un problema. Come possono i genitori tutelare i figli in vista della prossima ondata di regali natalizi?
«Da molto tempo è presente una battaglia tra internet e tv perché i consumi sembrano essersi spostati e il target non essere più tanto lo spot in televisione ma il marketing digitale. In televisione registrano cali dell'audience che portano questi mass media a doversi adattare, diventando sempre più interattivi con il pubblico. Da questo punto di vista occorre pensare a nuove forme di accompagnamento all'uso di internet (così come vi sono i manuali e le istruzioni per la tv) e a strumenti che ne insegnino l'uso corretto. Tutti siamo assorbiti da internet, non solo i bambini; quasi tutti i papà e le mamme hanno smartphone tra le mani e sono costantemente connessi. Di sicuro si tratta di assistere e non controllare e basta. Internet sarà sempre più presente anche fuori dalla famiglia, anche fuori casa e questo si ripercuoterà sempre più sull'intera società».
Le nuove tecnologie come hanno influito sulle adozioni?
«Se penso alle questioni di cui mi sono trovato a ragionare con gli operatori della salute mentale nell'ultimo periodo mi viene in mente che persino in tema di adozioni sono cambiate molte cose in relazione alla larga diffusione delle nuove tecnologie. E' diventato molto più facile per i bambini adottati recuperare informazioni e contatti con la propria famiglia di origine tramite i social network, nelle comunità spesso bisogna affrontare e gestire educativamente e psicologicamente il fatto che i bambini e i ragazzi non rispettino i limiti di non contattare i genitori e di come sia difficilissimo intercettare queste comunicazioni. Le ricadute di queste novità sono molto ampie e complesse. Si creano nuove forme di collegamento e non è solo il marketing a creare dei bisogni poiché il successo dei social network e dei videogames sta nel fatto che rispondono anche a un bisogno. I genitori, primi tra tutti, hanno dei grandi benefici nel fatto che i figli creino relazioni virtuali che non espongono il corpo reale ai rischi del mondo esterno. Stare sul divano, davanti a un pc o con una playstation fa sì che si stia in casa, al sicuro a pochi metri di distanza dalla mamma e dal papà. Potremmo chiederci come mai il mercato ha intercettato questo bisogno e come il consumo di internet da parte delle nuove generazioni, si sia diffuso anche in relazione alle paure sempre crescenti su ciò che potrebbe accadere nel mondo reale ai propri figli. Una volta colto questo aspetto dovremo riflettere su come promuovere maggiori possibilità per i nostri figli di passare dalle relazioni senza corpo di internet alle relazioni in carne e ossa».
Ai genitori non vengono date informazioni precise sulla differenza di utilizzo delle tecnologie digitali nei vari stadi dell'età evolutiva. Puoi darci un'indicazione di massima?
«Sono moltissimi gli studi neuro scientifici in corso. Possono le tecnologie supportare i compiti evolutivi? Il genitore è un immigrato digitale, mentre il figlio (nativo digitale) ha sempre avuto internet a sua disposizione fin dalla sua nascita. La comunicazione attraverso Internet, e nello specifico, nei social network, è disincarnata, ovvero rimuove dall'interazione il corpo e i significati che questo porta con sé, per cui una delle principali conseguenze è che il soggetto diventa, per i propri interlocutori, quello che comunica. Prima dell'era digitale, i ragazzi per affermare la propria identità, dovevano far affidamento su aspetti direttamente visibili agli occhi altrui mentre oggi, tali aspetti vengono riversati nella Rete e per questo possono essere più controllati e monitorati: il soggetto decide cosa mostrare e cosa tenere celato, alla luce anche della consapevolezza di cosa sia socialmente accettato e cosa no; decidendo di presentarsi come meglio crede, può scegliere di essere se stesso o di essere completamente diverso».
I bambini vanno affiancati nelle loro esplorazioni su internet?
«Un nativo digitale ora può creare una nuova identità ed entrare in Rete, può creare un profilo in un nuovo social network, e può presentarsi in modo diverso da come si presenta nel mondo reale, sperimentando un'identità che non è legata ad alcuna altra identità avuta in passato; egli può reinventarsi ogni volta che vuole senza nemmeno lasciare la sua stanza, anche più volte in un solo giorno, esplorando le diverse identità contemporaneamente. Sicuramente le cose sono diverse dall'infanzia alla preadolescenza ed adolescenza, poiché è la mente dei bambini e dei ragazzi ad essere diversa e cercano nel web risposte differenti. Un bambino ha bisogno di essere affiancato e costantemente accompagnato nella sua esplorazione di internet, compito che spetta ai genitori».
In che modo le nuove tecnologie digitali possono essere una risorsa per la crescita dei figli?
«Salvo i rischi, un aspetto importante delle nuove tecnologie è che possono essere per i figli una possibilità di espressione del sé. Pensiamo alla grande discografia che ruota attorno al mondo dei rapper, ragazzi famosissimi tra i teenager che hanno esposto i loro lavori solo su youtube e hanno avuto successo attraverso il web. Ma se è vero che il posto fisso non esiste più e vi è sempre meno spazio per i giovani, dobbiamo parlare con cautela di internet e capire come sviluppare le sue aree di lavoro e di crescita. L'ambiente scolastico deve acquisire un pensiero aperto e critico vedendo nel futuro non solo studio ma anche internet. C'è molto da fare, dobbiamo certamente moderare gli entusiasmi ma pensare anche che se diciamo ad un ragazzo "rassegnati, il lavoro fisso non esiste più, ma studia lo stesso che ti servirà; non usare internet che ti allontana dalla realtà e concentrati solo sui libri…" non gli stiamo forse dicendo tutta la verità».
Che ruolo avrà nel futuro internet?
«Non si tornerà indietro sul mondo di internet, ma anzi sarà sempre più presente. Fermo restando che il fenomeno di Internet e soprattutto dei social network è piuttosto recente, occorre che nuovi studi vadano ad approfondire il significato affettivo e relazionale della virtualità, offrendo anche un sostegno al ruolo educativo dei genitori e a quello formativo degli insegnanti della scuola, e promuovendo politiche sociali volte a prevenire un uso anti evolutivo della tecnologia».
Di questo e di altro si parlerà questa sera con Matteo Lancinia: l'appuntamento è alle 20.45 in Fondazione. E' disponibile un servizio di babysitting gratuito. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti gli interessati.

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