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Sabato 8 Novembre 2014 - Libertà

In Fondazione, il direttore di Oco Global
«Prima regola, essere attrattivi»

Sansoucy: l'Italia finora ha giocato un ruolo marginale

Laurent Sansoucy (che interverrà oggi pomeriggio al convegno in Fondazione) è dal dicembre 2005 Direttore in Oco Global, società di consulenza internazionale specializzata nel campo dell'attrattività e della competitività dei territori, leader in Europa.
Ha assistito in questi ultimi 9 anni molte Agenzie di attrazione di investimenti europee, su problematiche di strategia, organizzazione e identificazione di investimenti. In passato è stato responsabile di Ouest Atlantique, agenzia pubblica francese per l'attrazione di investimenti di Nantes e funzionario di Invest in France Agency, agenzia nazionale nello stesso settore, per cui ha lavorato per anni in Italia, diventando uno tra i maggiori esperti sul tema dell'attrazione di imprese e capitali in Italia e in Europa
Ha sostenuto la crescita del Master Mumat di Piacenza come membro del comitato scientifico e ha regolarmente partecipato alle attività sia del Master sia di Agens.
«Ricordo alcuni seminari realizzati insieme a Milano in Bicocca e a Piacenza oltre a diverse occasioni di lavoro insieme. Oggi - spiega - parlerò del concetto di attrattività, un concetto che molto spesso in Italia non viene capito o viene confuso con la mera promozione turistica. Ma è molto altro. L'attrattività è uno dei motori dello sviluppo economico di un territorio, ma rispetto a questo tema l'Italia ha giocato un ruolo marginale fino ad oggi. I benefici di una politica di attrattività non sono infatti limitati agli investitori esteri e il contributo generato dagli investimenti diretti esteri (particolarmente quelli produttivi a reale impatto in termini di attività economica e di occupazione) determinerà in parte non trascurabile l'ampiezza della ripresa delle economie europee e in particolare in Italia.
La differenza di dinamismo tra le economie di Italia e Spagna si spiega anche in termini di attrattività e la ripresa sarà più limitata in Italia dove ancora si investe poco in politiche di attrattività e quindi viene meno uno dei motori dello sviluppo economico. Il restante motore - quello dello sviluppo endogeno - che è stato indebolito con la crisi difficilmente potrà da solo spingere la ripresa».

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