Sabato 8 Novembre 2014 - Libertà
Musei, uniti ci si promuove meglio
Sette istituzioni culturali cittadine alleate per l'Expo 2015 e non solo
Una "santa alleanza" tra tutte, o quasi, le realtà museali piacentine, per realizzare una proficua sinergia nel campo dell'offerta culturale, in grado di dare un decisivo contributo alla vocazione turistica del territorio, anche in vista dell'Esposizione universale del 2015 a Milano.
E' l'ottica in cui va letto il protocollo d'intesa che è in fase di sottoscrizione tra sette realtà culturali cittadine, vale a dire i Musei civici di Palazzo Farnese che fanno capo direttamente al Comune (promotore dell'iniziativa), la galleria d'arte moderna Ricci Oddi che gode di autonomia gestionale ma con Palazzo Mercanti nel ruolo di "azionista" di riferimento, poi la galleria Alberoni dell'omonima Opera Pia, l'istituto d'arte Gazzola, il Piccolo museo della poesia con sede in via Pace, la Fondazione Horak di Palazzo Costa, nonché il Museo diocesano, realtà che è però ancora in fase di allestimento (candidati a ospitarlo sono i locali retrostanti la cattedrale con ingresso in via Prevostura).
Sette contenitori museali a cui è chiamata ad aggiungersi la Fondazione di Piacenza e Vigevano nel cui statuto la promozione culturale del territorio rientra a pieno titolo tra gli ambiti di attività da sostenere. L'ente di via Sant'Eufemia è però fresco di rinnovo degli organismi di vertice, dai quali si attendono conferme circa la volontà di aderire o meno al progetto.
Gli enti firmatari dell'accordo - si legge nel protocollo d'intesa che per ora è in versione di bozza visto che per la sottoscrizione, che è attesa nell'arco di un mese, mancano per l'appunto gli ultimi riscontri - «lavorano ciascuno nell'ambito delle proprie competenze e nel rispetto delle proprie autonomie, alla valorizzazione del proprio patrimonio culturale con interventi di conservazione e attività di promozione. E ancora: «Le numerose azioni messe in campo dagli enti pubblici e privati per la valorizzazione turistica del territorio passano anche e soprattutto attraverso l'offerta culturale, in particolare quella delle istituzioni museali» cittadine, la cui «sinergia può contribuire allo sviluppo della vocazione turistica del nostro territorio, anche in vista di Expo 2015».
Le «finalità» dell'accordo, viene dunque esplicitato nella bozza, sono «collaborare per la realizzazione di un comune progetto di promozione del patrimonio museale cittadino», crearne «un'immagine comune» da «promuovere», insieme alle attività, «attraverso progetti e azioni condivisi», «migliorare la fruibilità e l'accessibilità delle collezioni esistenti e incentivare la creazione e/o l'ampliamento di nuove realtà, favorendo anche l'accoglienza di collezioni private», «attuare soluzioni condivise per migliorare la gestione e l'organizzazione delle singole realtà».
Come strade da battere vengono indicate la costruzione di «canali di comunicazione per definire e promuovere l'immagine soprattutto con l'uso di tecnologie innovative», l'individuazione di «interlocutori che, a vario titolo, possano dare supporto alla ricerca di finanziamenti».
I sette musei sottoscrittori, e la Fondazione se aderirà, daranno vita a «un tavolo tecnico, costituito da referenti nominati da ciascuna delle parti, con il compito di formulare le proposte e i piani d'azione per il raggiungimento degli obiettivi».
La messa in rete e il gioco di squadra delle istituzioni museali piacentine è un obiettivo di cui da tempo si parla senza che poi si siano visti risultati concreti. L'ultimo a rivolgere un vigoroso sprone in tal senso è stato Giuseppino Molinari, presidente della Ricci Oddi. In un'intervista a Libertà del marzo scorso, poche settimane dopo il suo insediamento al timone della galleria, parlava di «spinte sinergiche» pensando proprio a forme di collaborazione più incisive con i Musei civici di Palazzo Farnese, il collegio Alberoni, l'istituto Gazzola e così via museando.
Fermo restando, non si nascondeva d'altra parte il presidente Molinari, che per dare concretezza a ogni progetto non si può prescindere dalle risorse economiche. Di qui l'assillo per la ricerca di sponsor, autentici «mecenati che, pur nelle contingenze attuali del nostro Paese, colgano l'opportunità di sostenere musei unici» come la Ricci Oddi.
Gustavo Roccella
gustavo.roccella@liberta.it