Mercoledì 5 Novembre 2014 - Libertà
Con l'organista russo Karev tutti i colori del "Serassi"
Chiusa in Santa Maria di Campagna la "Settimana"
piacenza - Un lungo e caloroso applauso ha incorniciato l'ultimo concerto della quarantaseiesima Settimana Organistica Internazionale inserita nel sessantunesimo anno di attività del Gruppo Ciampi. Una rassegna, diretta artisticamente e con passione da Claudio Saltarelli, che è stata impreziosita dal sapore contemporaneo della dicissettesima edizione della rassegna "Giuseppe Zanaboni".
A chiudere il ciclo, organizzato con il sostegno del Comune, della Fondazione di Piacenza e Vigevano, della Camera di Commercio, della Banca di Piacenza, Regione, Provincia e Ministero per i Beni Culturali, di alcuni sponsor privati e in collaborazione con le parrocchie che hanno ospitato i concerti, la performance del pianista, clavicembalista e compositore oltre che organista Leonid Karev.
Dalla Russia ma francese d'adozione, Karev ha "ammorbidito" i tasti di quel capolavoro di organo italiano che è il "Grande Serassi 1825" di Santa Maria di Campagna. «È uno strumento unico, dalla gamma sonora incredibilmente ricca», ha ricordato il musicista, nei giorni scorsi, proprio da queste pagine. L'introduzione della serata è stata affidata all'instancabile direttore artistico della rassegna, Saltarelli, che, al termine del suo intervento, ha rivolto un sentito ringraziamento al Padre Superiore di Santa Maria di Campagna.
Il programma, di ampio respiro, autorevole e insieme trascinante, si è aperto con Voluntary n. 8 di John Stanley, compositore britannico e provetto violinista. Fu grande amico di Haendel. Oltre ad alcuni oratori di Stanley si ricordano la cantata drammatica La scelta di Ercole e, appunto, tre serie di voluntaries, composizioni di stampo inglese eseguite come incipit e conclusione delle funzioni liturgiche anglicane. Dall'Inghilterra alla Germania, le vette del barocco tedesco. Intanto la traccia sul Seicento di Dietrich Buxtehude, con la solenne Passacaglia in Re. Dietrich Buxtehude ebbe un ruolo fondamentale nella formazione del giovane Bach. Del fenomeno teutonico scendono in scaletta due capolavori: la Pastorale BWV 590 e la grande Fuga sopra il Magnificat. A seguire un'assoluta perla come l'Andante in Fa per piccolo organo meccanico K616. Una giocosa carezza che Mozart compose nel 1791. Poi l'attenzione è caduta su Claude Balbastre, clavicembalista francese, eccezionale esecutore e virtuoso. Era l'organista della cattedrale di Notre-Dame a Parigi proprio quando la Rivoluzione Francese segnò il suo apice. Del repertorio Karev ha scelto il Concerto in Re e due inni "rivoluzionari" adattati: Ça ira e la Marsigliese. Nel carnet della serata anche le danze popolari romene dell'autore ungherese Bela Bartok, importante personalità del Novecento.
La conclusione, scintillante e trascendentale, porta la firma di Ciajkovskij e segue le orme immortali della Ouverture 1812, composta nel 1882 per commemorare la tentata invasione francese della Russia e la ritirata ingloriosa di Napoleone. Un salto, infine, al 2015 e alla quarantasettesima edizione della Settimana Organistica Internazionale. Il cartellone, già assemblato, è formato da firme eccellenti dell'organistica mondiale. A cominciare dall'austriaco Florian Pagitsch, il tedesco Ulrich Walther e lo svizzero Rudolf Meyer, passando per lo svedese Hampus Lindwall per arrivare a due stelle transalpine come il francese Frederic Blanc e Eric Lebrun.
Matteo Prati