Lunedì 3 Novembre 2014 - Libertà
Viaggio nella musica spontanea
Guazzaloca, Viegas e Magliocchi: tre improvvisatori di pregio
di MATTEO PRATI
La musica si libera, le corde dei generi si sfilacciano, creazioni istantanee. Un flusso sonoro ubriacante, senza scorciatoie, non serve il paracadute di un corposo spartito. Il lampo dell'originalità, composizioni aperte, tempi irregolari. Una goccia gettata in un mare di creatività. Musica che avvolge, perle scovate in mondi sconosciuti al grande pubblico. Si sfugge persino dalle trame di un piccolo canovaccio. La musica è spontanea e può camminare da sola. Le variazioni, l'inventiva, il gusto per la sperimentazione, no al semplice esercizio di stile. Una materia magmatica in cui si intersecano jazz, contemporanea, instant composition.
Atmosfere particolarissime che ci portano al secondo appuntamento con la rassegna Musiche nuove a Piacenza. Il rendez vous è fissato all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Sul palco tre solisti improvvisatori di assoluto pregio: il geniale Nicola Guazzaloca al pianoforte, al clarinetto basso João Pedro Viegas, da anni in stretta sintonia con la free music, e Marcello Magliocchi alla batteria, peso massimo dell'improvvisazione, percussionista, compositore, un veterano in Europa della musica di ricerca e dell'avant-jazz. Tutti vantano un curriculum invidiabile, una pluridecennale carriera, una lunga lista di collaborazioni e un'ampia produzione discografica.
Il concerto, organizzato in sinergia tra l'associazione Novecento, il Comune e in particolare gli assessorati alla cultura, al commercio e alle politiche giovanili, la Fondazione di Piacenza e Vigevano e il Cantiere Weil, ha accompagnato gli spettatori nei luoghi abitati dalla musica spontanea, espressione artistica che nasce e vive nel momento in cui viene eseguita. Lì, assecondando il guizzo di un momento unico.
Ad introdurre lo spettacolo il direttore artistico della rassegna, Max Marchini, e, per il Cantiere Weil, Artemio Cavagna. Poi la scena e i tre fenomeni autodidatti che, come ha rilevato Cavagna, «creano una musica capace di riempire i giorni che possibilmente sia d'ispirazione per i loro cuori e dia voce ai loro strumenti». Oltre gli steccati, ricercatori di suoni non convenzionali, musicisti dall'affiatamento non comune. In circolo due dense suite di circa mezz'ora l'una, in costante mutamento, costruzione e smantellamento. Al bando il "riciclaggio" di partiture già sentite.
Nicola Guazzaloca e i suoi eclettici compari, un combo affamato di conoscenza. Lo dimostra anche il fitto percorso di studio, tra masterclass e lezioni di approfondimento, da lui affrontato con calibri come A. Braxton, R. Mitchell, M. R. Abrahms, B. Phillips. Guazzaloca ha le idee chiare: «Credo che un improvvisatore non possa prescindere dal confronto, dalla condivisione. Il cambiamento richiede partecipazione». Tra i tre il confronto è "accesissimo": l'estro di Nicola, la classe di Pedro e il drumming distorto e sorprendente di Marcello. Un bozzetto fuori schema tra rullanti indemoniati e tasti che sembrano moltiplicarsi. Magliocchi percuote, Guazzaloca sollecita, Viegas accarezza. Gli applausi della platea, consapevole ed attenta, arrivano abbondanti, calorosi e, naturalmente, spontanei.