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Sabato 1 Novembre 2014 - Libertà

Falstaff, goffo seduttore da applausi

Al Municipale felice debutto dell'opera verdiana, Alaimo protagonista

di GIAN CARLO ANDREOLI
Bel successo ieri sera al Municipale, confermato da un folto pubblico, per il debutto di Falstaff, commedia lirica di Arrigo Boito da Shakespeare, musica di Giuseppe Verdi, realizzata in collaborazione con Fondazione dei Teatri di Piacenza, Reggio Emilia, Ferrara, Teatro di Lucca e di Savona. Bentornato Falstaff dunque, dopo un ventennio di assenza dal palcoscenico lirico cittadino, nella applaudita messa in scena di Cristina Mazzavillani Muti, nello spazio progettato da Ezio Antonelli, luci di Vincent Longuemare, immagini proiettate di Davide Broccoli, particolarmente apprezzate, proposte a suggerire, più che a invadere prepotentemente, lasciando spazio alla fantasia dello spettatore. Appropriati i costumi di Alessandro Lai. Il maestro Nicola Paszkowski con i giovani dell'Orchestra "Cherubini" ha puntualmente assecondato il canto, nell'orchestrazione alterna, dal rarefatto intervento strumentale, alle fiammate melodrammatiche tipiche.
Opera riconosciuta di non facile esecuzione (si spiega come non sia divenuta altrettanto popolare e tra le più rappresentate), ottenne fin dal primo debutto al Teatro alla Scala (9 febbraio 1893) grande successo, sera dopo sera. Successo confermato quando, come in questa occasione, l'esecuzione musicale e la regia sono impegnate insieme a restituire quanto messo nero su bianco dagli autori, attente alle tante "raccomandazioni" dello stesso Verdi, consapevole di firmare la sua ultima fatica di compositore e desideroso di congedarsi dal pubblico con un sorriso.
Si racconta di un appunto autografo di Verdi ritrovato dal maestro Toscanini nella partitura manoscritta: «... Divertente tipo di briccone; eternamente vero sotto maschere diverse, in ogni tempo, in ogni luogo! Va, cammina, cammina... addio». Sono passati tanti anni e il sottotesto, per chi ha la pazienza di volerlo leggere, risulta attuale ancora e sempre.
Nell'edizione della Mazzavillani hanno dominato la scena i baritoni Nicola Alaimo (Falstaff), vitalissimo, presuntuoso amatore di femmine purché ben dotate d'argenteria, e Kiril Manolov nei panni di Ford, marito della contesa Alice e padre dispotico a costringere la figlia Nannetta a nozze con il dottor Cajus caratterizzato da Giorgio Trucco. Le "allegre comari", qui promosse a eleganti signore borghesi, compresa l'intrigante Quickly (Isabel De Paoli), si muovono in perfetto accordo per punire il goffo seduttore, così sciocco da spedire lo stesso testo amoroso a due presunte amanti diverse: Alice (Eleonora Buratto) e Meg Page (Anna Malavasi). Non poteva mancare in tanto intrigo d'amorazzi irrisolti e gelosie, una storia d'amore vero e giovanile tra soprano e tenore. Nannetta (Damiana Mizzi) ama riamata Fenton (Alessandro Scotto di Luzio). Caratterizzano la compagnia di baldorie Bardolfo (Matteo Falcer) e Pistola (Graziano Dallavalle). Il Coro del Teatro Municipale, diretto dal maestro Corrado Casati, pur in formazione ridotta, si conferma validissimo nel non facile esaltante finale.

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