Sabato 1 Novembre 2014 - Libertà
«Politecnico, Piacenza faccia la sua parte»
Il rettore Giovanni Azzone ha incontrato ieri nella sede di via Scalabrini le istituzioni: finora grande
condivisione, oggi alla luce dei tagli generali vogliamo capire se tutti credono nel nostro progetto
«Se Piacenza crede nel progetto del Politecnico, faccia la sua parte, come ha già fatto nel recente passato». Il rettore del Politecnico di Milano Giovanni Azzone è intervenuto ieri nella sede piacentina di via Scalabrini per sedere al Consiglio di Polipiacenza, al fianco del prorettore di Piacenza Dario Zaninelli. Tema di riflessione, che ha condotto Azzone da Milano a Piacenza: cosa fare per il futuro, in questo caso il futuro della sede piacentina del Politecnico di Milano? I numeri di immatricolazioni e di progetti dicono bene, ma c'è il vento contrario della forte contrazione dei finanziamenti ministeriali ad imporre più di una riflessione, a partire dal territorio locale che negli anni scorsi si trovò compatto nel far decollare il Politecnico a Piacenza. L'impressione, al termine della riunione effettuata a porte chiuse, è che il territorio piacentino già ieri abbia confermato ai progetti massima attenzione oltre che indubbia considerazione. Sul capitolo risorse si dovrà attendere futuri pronunciamenti, ma l'orizzonte locale dovrebbe verosimilmente confermare gli impegni del passato. Le ombre più consistenti potrebbero arrivare dall'ente di corso Garibaldi, a fronte dei tagli subìti. «Ci troviamo di fronte ad una situazione difficile per tutti, per gli enti locali e anche per l'università. Quest'anno - ha detto ieri il rettore Azzone - abbiamo avuto un taglio di 10 milioni di euro dal Ministero. E' necessario a questo punto ripensare alle iniziative esistenti cercando di usare al meglio le risorse. Già altri atenei hanno fatto scelte radicali, noi abbiamo fatto una scelta diversa, evitando i tagli lineari e mantenendo un investimento nei luoghi dove riteniamo di poter essere utili. Questo significa avere un progetto di sviluppo condiviso che si inserisce nel progetto di sviluppo territoriale. Su questo abbiamo aperto il discorso con le istituzioni locali a cui chiediamo di fare la loro parte. Perchè, se non ci fosse condivisione e la scelta di focalizzare risorse anche da parte delle istituzioni locali dovremmo trarne le conseguenze. Il territorio piacentino finora ha contribuito in maniera importante. Finora c'è stato un processo di condivisione degli investimenti: noi portando risorse e persone, dal territorio sono venuti spazi e risorse. Ma l'Università deve guardare avanti. Dal Comune è stato confermato un forte sostegno, gli altri attori stanno ragionando per comprendere come e se sostenere questa iniziativa». Al consiglio sono intervenuti il sindaco di Piacenza Paolo Dosi, il presidente della Provincia Francesco Rolleri, il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Massimo Toscani e il presidente della Camera di Commercio Giuseppe Parenti. Invitati, Confindustria e la Banca di Piacenza. «Comprendiamo appieno - ha detto al termine della riunione il presidente dell'ente camerale (che finora ha messo sul piatto 60mila euro all'anno) Giuseppe Parenti - il valore strategico del Politecnico, tutti i laureati in ingegneria meccanica vengono assunti entro un anno dalla laurea, dalla Camera di commercio non possiamo che promettere attenzione e risorse a questa realtà, non dobbiamo perdere questa occasione». «Abbiamo rimesso al centro la manifattura - ha detto Cesare Betti, direttore di Confindustria - settore che ha bisogno di scuole tecniche eccellenti come è il Politecnico». Tra le novità annunciate ieri da Azzone la costituzione di una Scuola di architettura per 30 super futuri professionisti che avrebbe anche il campus di Piacenza tra le sedi, prima del workshop conclusivo alla Fondazione Renzo Piano.
Simona Segalini