Venerdì 31 Ottobre 2014 - Libertà
Arriva Falstaff, un pieno di energia
Stasera il debutto dell'opera, regia della Mazzavillani, Alaimo è sir John
di GIAN CARLO ANDREOLI
«Irride l'un l'altro ogni mortal, ma ride ben chi ride la risata final». E' Falstaff, nel libretto di Arrigo Boito da Shakespeare, musica di Giuseppe Verdi, che debutta stasera alle 20.30 (turno A di abbonamento) per la stagione lirica comunale, con replica domenica alle 15.30 (turno B). Dopo un'assenza di 20 anni torna in palcoscenico il panciuto Sir John nel nuovo allestimento di Ravenna Festival in coproduzione con la Fondazione Teatri di Piacenza, di Reggio Emilia, di Ferrara, Teatro di Lucca e Savona. L'Orchestra Giovanile "Cherubini" è diretta dal maestro Nicola Paszkowski, già sul podio per Il Trovatore ravennate. «Trattiamo di un capolavoro, ultima fatica del grande compositore - dice il maestro -. Mi ritrovo con piacere con i giovani della "Cherubini", un complesso di prim'ordine, e con la regista Cristina Mazzavillani Muti. Verdi esprime ancora un'energia sorprendente, un'apertura mentale verso il Novecento di Casella, Malipiero, Strauss. Falstaff è un compendio di storia musicale, Verdi si autocita, ma è attento anche alla lezione di Mozart. Dobbiamo rendere la complessità, la ricchezza del testo musicale, Verdi raccomanda, scrive in ogni angolo dello spartito "leggerezza", pur con un organico buono per Wagner. Il canto declamato è preponderante, il sillabato ripetuto. Ha una concezione dell'ultima sua creazione quasi cameristica, affascinante».
Ideatrice del progetto è Cristina Mazzavillani. «Ho affrontato Falstaff - sottolinea la regista -, ricorrendo a giovani artisti desiderosi di impegnarsi e la voce, come ripete Verdi in tante occasioni, non è mai la preoccupazione maggiore. Il progetto è di libertà creativa in un palcoscenico praticamente vuoto, in una spazialità figurativa suggerita grazie alle possibilità tecniche delle videoproiezioni. Come voleva Verdi c'è la villa di S. Agata, il parco, la casa di Roncole, il suo mondo, per un'opera che era ancor prima sua».
Le voci ci sono, a cominciare dal robusto Sir John di Nicola Alaimo. «E' un felice ritorno in questo bel teatro, fui in Don Pasquale diretto dal maestro Muti - ricorda il giovane baritono -. Ho cantato questa gloriosa partitura più volte e la canterò prossimamente alla Scala. E' un personaggio che mi sta a pennello, ma un canto da non prendere in troppa confidenza, bisogna studiare, continuamente studiare e scoprire possibilità nuove». Gli fa eco Kiril Manolov nei panni di Ford, marito geloso: «Ho cantato più di 100 volte la parte del protagonista, debutto qui come suo antagonista, un ruolo molto interessante, difficile. Mi ricorda Jago per certi colori. Con Nicola si è stabilita una complicità che sarà una sorpresa per il pubblico». Quanto a complicità ne vanno fiere le "signore" della commedia. Eleonora Buratto (Alice Ford) affronta per la prima volta il personaggio: «Ho cantato Nannetta a Salisburgo, mi piace la giocosità dell'insieme, bellissime le frasi in duetto». Nannetta Ford è Damiana Mizzi. «La parte è impegnativa - dice -, molto tecnica, richiede basi solide di gestione del fiato nei "piani" filati e timbriche diverse». Al mezzosoprano Isabel De Paoli, già in Trovatore, tocca il ruolo dell'intrigante Quickly: «E' un ruolo comodo - dice sorridendo -, divertente. Tra noi signore si è stabilita una bella amicizia anche fuori dal teatro e questo ci aiuta in scena a rendere la voluta complicità». Meg Page è Anna Malavasi. «L'ironia è la mia difesa - spiega - mi piace cantare, mi piace ancor più recitare, ci divertiamo per divertire il pubblico». Il giovane tenore Alessandro Scotto di Luzio è il romantico Fenton, amante di Nannetta. «E' un ritorno felice - ricorda -, qui ho cantato quale vincitore del Premio Labò, ora è altra musica, la mia parte è impegnativa, acuta, da rendere però con leggerezza». Giorgio Trucco è il pretendente beffato dottor Cajus: «Canto in apertura d'opera una parte molto caratterizzata in una tessitura acuta come spetta al tenore». Matteo Falcer è Bardolfo e il basso piacentino Graziano Dallavalle è Pistola, entrambi compari di malaffare. Non ultimo il Coro del Teatro Municipale, diretto dal maestro Corrado Casati: «Siamo in formazione ridotta - dice il maestro -, figuriamo popolani, non abbiamo tanti interventi, ma è un canto non facile, in particolare nell' insieme finale».