Giovedì 23 Ottobre 2014 - Libertà
C'è attesa per Expo 2015, ma è difficile valutarne le ricadute sul Piacentino
Sacchelli, presidente Confesercenti: «Sarà complicato riuscire a ottenere un equilibrato ritorno economico per il nostro territorio»
Mancano poco più di sei mesi al grande evento. Parliamo di Expo 2015 con Bruno Sacchelli, presidente di Confesercenti Piacenza.
«Iniziamo dal tema: "nutrire il pianeta, energia per la vita". Un tema importante e impegnativo che sarà declinato in una serie di sottotitoli scientifici, tecnologici, sociali e culturali. Expo 2015, meglio conosciuto come esposizione universale di valenza non commerciale, è un enorme contenitore che dovrebbe coinvolgere oltre 140 nazioni e sarà una grande occasione per costruire, tramite l'innovazione scientifica, il futuro dell'enogastronomia mondiale».
Quando e dove inizia, quante persone sono attese?
«A Milano dal 1° maggio al 31 ottobre 2015. Teoricamente sono attesi oltre 22 milioni di visitatori dall'Italia (circa 16 milioni) e da tutto il mondo (rimanenti 6 milioni) ».
La Piacenza economica è pronta a questo evento? E Confesercenti?
«E' stato firmato un protocollo d'intesa che vede impegnati Comune e Provincia di Piacenza, Camera di Commercio e Fondazione e, successivamente, si sono aggiunti vari soggetti economici tra i quali Confesercenti. Da questo protocollo d'intesa sono nati tutta una serie di tavoli tematici da cui sono scaturiti progetti, anche suggestivi, da promuovere e finanziare con le risorse messe a disposizione dai soggetti pubblici e privati. A tal fine è stata poi costituita una associazione temporanea di scopo che ne è diventato il braccio operativo per attuare e finanziare i progetti approvati. A questa ATS noi non abbiamo creduto e per questo non siamo presenti».
Per quale motivo?
«Crediamo nell'evento e nel suo successo ma semplicemente riteniamo eccessiva l'attesa, da parte di alcuni, di vedere numerosi visitatori a Piacenza e di conseguenza consideriamo smisurati e sovradimensionati i progetti e gli investimenti previsti da parte di soggetti pubblici e privati. Sarà complicato riuscire ad ottenere un equilibrato ritorno economico per il nostro territorio».
Eppure Piacenza dista solo 70 chilometri da Milano.
«Certamente per alcuni tale breve distanza giustifica da sola gli impegni economici previsti. A parere di Confesercenti, invece, alcuni elementi sconsigliano questi straordinari investimenti. Tra questi il fatto che tra Piacenza e Provincia abbiamo circa 3.000 posti letto, di cui poco più di 1.000 di buon livello, che saranno quanto prima prenotati da chi quotidianamente opera su Expo. Questo significa, successivamente, cercare altri posti altrove, come per esempio alberghi di Parma e Salsomaggiore che grazie alle eccellenze del loro territorio (vedi consorzi del Parmigiano Reggiano e del Prosciutto di Parma) stanno già promuovendo in Italia e nel mondo il loro brand e soprattutto il loro territorio. E due marchi così conosciuti da soli sono una irresistibile attrattiva. Altro elemento: oltre il 30% dei visitatori di Expo dovrebbe arrivare in treno tagliando così fuori Piacenza. Ma su strada la situazione non è migliore: l'autostrada A1 è già ora intasata, la statale della Val Tidone è in pessime condizioni e ricordo la recente inaugurazione dell'autostrada Brebemi che collega direttamente Milano con Brescia, creando una corsia preferenziale con gli alberghi in Franciacorta e sui laghi. Altri competitori di non poco conto».
D'accordo ma a quali investimenti si riferisce e perché non siete d'accordo?
«Per citarne uno, all'affitto della "Piazza" di 80 mq. nel cuore di Expo. Ha un costo per la sola locazione di oltre 500.000 euro ai quali andranno aggiunti gli altri investimenti per la gestione che faranno lievitare l'impegno di spesa intorno ai 2 milioni di euro. Legittimo investimento, ma la mia esperienza e cultura di impresa mi fa dubitare su un positivo ed uguale rientro in termini economici e di visitatori considerato anche il fatto che sono già stati venduti oltre 5 milioni di biglietti di ingresso ad Expo (di cui un milione nella sola Cina) finiti in altrettanti pacchetti turistici in distribuzione senza che alcuno includa il nostro territorio. Temo che se non si faranno velocemente iniziative di "incoming", a costo di essere considerato una Cassandra, incontreremo grosse difficoltà al momento dello "start up" di questa esperienza».
Quindi lei vede negativamente l'avventura del sistema Piacenza nell'EXPO 2015?
«Assolutamente no. Ma devo essere pragmatico e realista. Come sa esserlo ogni buon piacentino che da oltre quarant'anni rappresenta imprese locali e quindi, insieme ad altri, è ai remi della barca "sistema Piacenza" affinché arrivi per prima in porto il 1° maggio a Milano evitando che affondi nel viaggio. Confesercenti è pronta a fare di tutto e di più se necessario perché il sistema Piacenza e la sua economia abbia il successo che merita nella competizione globale che EXPO 2015 ci ha chiamati a giocare».
Mancano ancora circa sei mesi. Che ne dice se tra qualche mese rifacciamo insieme il punto su Expo?
«Volentieri anche perché lo scenario strategico dell'avvicinamento all'evento muta di fatto ogni giorno. Sarà interessante, per esempio, ad inizio 2015 vedere a che punto saremo arrivati».