Lunedì 20 Ottobre 2014 - PiacenzaSera
Fondazione, il nuovo Cda passa con 13 voti. "Compensi dimezzati" VD
Il Consiglio Generale della Fondazione di Piacenza e Vigevano, riunito lunedì 20 ottobre in via S. Eufemia, ha approvato la proposta di nuovo consiglio di amministrazione formulata dal presidente Massimo Toscani. Tredici i voti a favore e undici gli astenuti, questo l’esito della votazione.
Il nuovo consiglio di amministrazione è composto da sette persone (otto con il presidente): Domenico Battaglia, Cesare Betti, Franco Egalini, Roberto Rovero, Carlo Ghisoni, Giovanni Calza, Giorgio Milani. Tre dei sette nuovi consiglieri provengono dal consiglio generale (Battaglia, Ghisoni, Milani) e quindi dovranno essere sostituiti.
Il primo commento del presidente Massimo Toscani è la presentazione del nuovo consiglio di amministrazione: "L’ottica delle scelte è stata quella della squadra, nessuno è stato scelto isolatamente, ma perchè in questa squadra deve avere una funzione. Vicepresidente è Domenico Battaglia di Vigevano, ex notaio.
So che Cesare Betti è un grande lavoratore e grande organizzatore, quindi a Cesare Betti sarà affidata l’organizzazione della struttura della Fondazione, che deve girare al meglio con l’attribuzione di mansioni ben precise e la valorizzazione di tutto quello che, come quando le cose non vanno benissimo da punto di vista reddituale, questo è uno dei compiti affidati a Betti".
"Giovanni Calza, ex cardiochirurgo del Gaslini, oggi ha tanti incarichi e riconoscimenti, bisturi d’oro, presidente di Children in the world, ha contribuito alla realizzazione di uno straordinario ospedale per bambini a Mumbai, sta organizzando un’altra struttura in Congo, non c’è bisogno di spiegare molto. Mi serve per il welfare e per l’attività scientifica.
Franco Egalini, dottore commercialista, conosciuto e mio caro amico mi serve per la sua funzione di commercialista. Abbiamo una struttura molto valida, direttore e collegio sindacale, ma io voglio avere queste professionalità all’interno del Cda.
Carlo Ghisoni, dirigente d’azienda, responsabile del gruppo Chiesi Farmaceutici, quindi un esperto di finanza, anche qui abbiamo direttore generale e advisor, ma io all’interno del consiglio voglio un esperto di finanza, perchè voglio essere convinto di quello che andremo a fare.
Giorgio Milani, scultore ed esperto di arte e scultura, è conosciuto da tutti l’ho scelto per l’esperienza e per l’apporto che potrà dare.
Roberto Rovero, avvocato, caro amico e già presidente della Camera Penale, mi serve un avvocato perchè abbiamo svariate problematiche legali, per cui voglio un forte supporto anche legale.
Come avete visto ciascuno ha una funzione diversa dagli altri, è per questo che oggi ho fatto votare non i singoli membri, ma la squadra".
Sulle astensioni, Toscani ha sottolineato: "Va benissimo, siamo passati da 6 voti contrari alle astensioni, quindi già abbiamo incominciato un percorso. Io ero estraneo alla Fondazione, ma il clima si deve rassenerare perchè si lavori con piena unità intento. Mi sono sembrate astensioni costruttive, abbiamo fatto un’assemblea molto tranquilla e molto propositiva, con un clima collaborativo. La prossima volta dovremo passare da astensioni a voti a favore - ha concluso Toscani - questa è la mia funzione. La squadra prescelta è quella che avevo in animo fin da luglio, più o meno dall’inizio".
COMPENSI DIMEZZATI - "Sobrietà e moderazione di comportamenti - ha aggiunto Toscani - saranno i principi che ci ispireranno, la prima cosa che abbiamo fatto è la riduzione dei compensi, lo avevo annunciato nel mio programma, perchè siamo qui per rendere un servizio alla collettività, il nostro non è un mestiere fonte di reddito. Abbiamo falcidiato i compensi: quello del presidente passa da 68mila euro lordi annui a 30mila, e il compenso del vicepresidente vicario d 25mila a 13 mila e quello dei consiglieri da 20mila a 10 mila. Abbiamo calcolato un risparmio annuale di 106mila euro".
Rispetto alle future erogazioni dell’ente, il presidente Toscani anticipa che il cda si riunirà, nel prossimo mese, almeno una volta alla settimana. "Vogliamo avere un quadro preciso delle potenzialità - dice - in modo da poterci presentare al consiglio generale con le potenzialità di erogazione, e poi far decidere al consiglio le percentuali di assegnazione".
In merito a una possibile azione di responsabilità nei confronti delle gestioni precedenti della Fondazione, Toscani è molto chiaro. "Prima di procedere ad azioni legali - afferma - voglio sapere se esistono le possibilità di un risultato positivo. Quindi prima dovranno essere valutati i presupposti e la possibilità di una riuscita".
Tra i primi a commentare la composizione del Cda, Sergio Giglio, membro del consiglio generale: "Sono soddisfatto, ma ora il consiglio è atteso alla prova dei fatti, ci saranno le scelte degli advisor, capire il management della Fondazione, capire cosa rispondiamo al Ministero, quali investimenti sulle partecipate, ci sono tante cose da fare. Penso che daremo vita a commissioni di lavoro, penso che sia compito del presidente e del Cda. Nel nuovo consiglio non ci sarà nessuna donna, sono contrario a questa scelta perchè almeno una donna ci voleva".
Mario Tondini parla invece a nome degli astenuti, ossia i rappresentanti della Curia e di Vigevano. "Qui non si tratta di fare maggioranza e opposizione, come in consiglio comunale. Questo l’ho chiarito fin da subito con il presidente Toscani - afferma Tondini -. La nostra non è stata un’astensione conflittuale, la nostra è una collaborazione critica. Possiamo avere opionioni diverse, ma vogliamo lavorare affinché la Fondazione cambi".
Quello odierno è stato un passaggio fondamentale per consentire all’ente di via S. Eufemia, dopo l’estate turbolenta e la tormentata elezione del successore di Francesco Scaravaggi, di riprendere l’attività su basi rinnovate. Negli ultimi giorni Toscani si era chiuso nel più assoluto riserbo, lavorando ad una squadra che dovrebbe essere interamente rinnovata rispetto al passato.
Un’indicazione importante, dunque, per tagliare i ponti con le passate gestioni e con le operazioni finanziarie che sono finite nel mirino del Ministero dell’Economia, nonchè dei media nazionali come il Corriere della Sera e L’Espresso.