Lunedì 20 Ottobre 2014 - Corriere Padano
Fondazione, Giorgio Milani nel cda con la benedizione di via Benedettine
AGGIORNAMENTO – Con tredici voti favofondazione-bastione-parcheggio 010revoli e undici astenuti il neo-presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Massimo Toscani ha ottenuto il via libera alla formazione del Cda così composto: Roberto Rovero, Franco Egalini, Cesare Betti, Carlo Ghisoni, Giorgio Milani e il vigevanese Domenico Battaglia.
Fa discutere l’ormai certa inclusione di Giorgio Milani nel cda della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Dato che “i due sono amici da sempre, amici per la pelle e con una storia politica condivisa per decenni nella stessa fede socialista”, si può dire che la presenza dell’uno o dell’altro sia di fatto la stessa cosa.
Valgono pertanto anche contro il già componente del Consiglio generale Milani le motivazioni contrarie all’inclusione di Pareti, unico membro uscente del vecchio cda rimasto fino all’ultimo al fianco del precedente presidente Francesco Scaravaggi: se il placet a Milani fosse confermato, assisteremmo di fatto al temuto ritorno di metodi da Prima Repubblica, che sarebbero comunque da superare nel contesto odierno ma che risultano ancora più indigesti nell’ambito della situazione dell’ente di via Sant’Eufemia, in questi mesi al centro di pungenti articoli di Corriere della Sera ed Espresso e sul punto di discutere se promuovere un’azione di responsabilità su molte scelte del recente passato.
Si sarebbe pertanto dovuto ricominciare da zero, ma pare ormai probabile che ciò non accadrà e il clamoroso colpo di coda del ticket Milani-Pareti sta alimentando diversi gossip tra gli addetti ai lavori.
C’è chi si chiede se Milani stia approfittando della forza dell’appoggio del quotidiano locale, e addirittura c’è chi si spinge a sostenere che sia lo stesso artista piacentino a “dettare” la linea a Libertà.
Milani è stato certamente molto abile ad accreditarsi ai piani di comando di via Benedettine, ma la fragorosa assenza di una presa di posizione sul delicato passaggio da parte del direttore Gaetano Rizzuto, sempre puntuale nei momenti chiave e nel richiamo alla piacentinità, lascia ipotizzare a qualcuno che il mandato del direttore sia ormai prossimo alla scadenza.
(Per nulla) dulcis in fundo, la presenza di Milani nel cda porterebbe all’esclusione dell’unica donna – si parlava di Lucia Favari – che era sul punto di farne parte: in una fase storica nella quale in ogni contesto la presenza femminile cresce ed è sempre più apprezzata, si configurerebbe come un ennesimo smacco all’immagine della Fondazione, alla quale il neopresidente Massimo Toscani – se venisse confermata la presenza nel cda di Milani – non sarebbe quindi in grado di imprimere la necessaria svolta.