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Sabato 18 Ottobre 2014 - Libertà

«Don Vittorione "vive" ancora tra gli ugandesi»

Damiano Guzzetti, vescovo di Moroto, incontra Ambrosio e Dosi. Il 3 dicembre dal Papa per il millesimo pozzo d'acqua

A distanza di 44 anni dalla fondazione di Africa Mission la figura di don Vittorione è ancora popolare in Uganda e la gente del Karamoja ricorda il grande uomo bianco come un benefattore. Lo spiega padre Damiano Guzzetti, 57 anni di Turate (Varese), comboniano, dallo scorso febbraio vescovo di Moroto, capoluogo del Karamoja. «La gente identifica Africa Mission e Cooperazione & Sviluppo come don Vittorione. Si ricordano di questo uomo che li ha salvati letteralmente dalla morte per fame» osserva Guzzetti nella sede piacentina dell'ong, al termine di una mattinata in cui ha incontrato il vescovo Gianni Ambrosio, il sindaco Paolo Dosi, il direttore di Africa Mission Carlo Ruspantini con operatori e volontari.
La realtà del Karamoja, dove dal 1972 opera il movimento fondato a Piacenza da don Vittorio Pastori e dal vescovo Enrico Manfredini, sta cambiando velocemente e radicalmente: «Una tappa fondamentale si è raggiunta sei anni fa con la smilitarizzazione: niente più fucili in giro, strade più sicure, commercio abbastanza stabile, attività economiche nuove. Poi l'estrazione, dal monte Moroto, di pietre che servono per fare il cemento, le cave di marmo bianco che viene tagliato e messo sui camion per essere inviato alle industrie del sud, l'estrazione anche di altre pietre, dicono che ci sia molto oro ma non sappiamo quanto sia vero».
C'è ancora bisogno di una figura missionaria. «Noi siamo presenti - evidenzia - soprattutto per dare una continuità al lavoro incominciato. E' un po' come quando si dà fuoco ad un qualcosa che è umido. Finchè il pezzo di legno non prende, si rischia di spegnere tutto e di ritrovarsi come prima. Con il rischio che sia la gente comune a soffrirne».
Cooperazione&Sviluppo si è adattata, «è molto attenta allo sviluppo del Karamoja e sta facendo un servizio importantissimo dal punto di vista formativo e di educazione verso la nuova sfida dell'industrializzazione. Una sfida contro l'industrializzazione selvaggia, per la protezione dell'ambiente e la salvaguardia del creato, in una zona in cui c'è un equilibrio precario».
«Avere una realtà di questo tipo in diocesi - continua Guzzetti - è un vantaggio non indifferente. La presenza di Africa Mission alleggerisce e non poco le strutture diocesane nel servizio pastorale. In Karamoja la Chiesa deve occuparsi anche di sviluppo, di sanità, di educazione, in parallelo al governo del posto. Africa Mission aiuta anche a stimolare le forze locali ad attivarsi». Ancora: «Quando vado a trovare i miei confratelli vescovi dico loro di non dimenticarsi di noi. E' vero che qui c'è la crisi, ma da noi è una situazione ordinaria. C'è una fetta di umanità molto giovane che ha bisogno di speranza nel futuro».
Intanto Africa Mission il prossimo 3 dicembre sarà in Vaticano da papa Francesco, dedicando al pontefice il millesimo pozzo per l'acqua.

Federico Frighi

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