Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
  Rassegna Stampa
spazio
  Comunicati Stampa
spazio
  Eventi Auditorium Piacenza
spazio
  Eventi Auditorium Vigevano
spazio
  Comunicazione
spazio

 
Home Page     Rassegna Stampa   


Domenica 12 Ottobre 2014 - Libertà

Un piacevole Elisir di bella lirica

Al Municipale debutto donizettiano con i giovani di Opera Laboratorio

di GIAN CARLO ANDREOLI
Al varo della stagione lirica piacentina con l'Opera Laboratorio 2014 impegnata nella messa in scena dell'Elisir d'amore di Gaetano Donizetti, libretto di Felice Romani da Scribe, un pubblico molto folto ha fatto da corona all'avvenimento al Teatro Municipale. Molti gli applausi a scena aperta.
Felice occasione per chi ama la lirica, il debutto di giovani e validi artisti e di un progetto sostenuto fermamente dalla Fondazione Teatro Municipale e Teatro Alighieri di Ravenna, progetto che ha suscitato interesse presso altre Istituzioni liriche in Italia, Francia e Spagna. I giovani scelti per l'occasione, il soprano Maria Mudryak (Adina), il tenore Marco Ciaponi (Nemorino), il baritono Francesco Salvadori (Belcore), il basso comico Daniel Giulianini (dottor Dulcamara), il soprano Ludovica Gasparri (Giannetta), sono parte della squadra selezionata (130 gli aspiranti concorrenti) che ha affrontato l'accurata preparazione con il maestro Leo Nucci e l'aiuto regista Salvo Piro, in una ricostituita bottega rinascimentale dove tutti hanno contribuito con disponibilità e passione a comporre il quadro finale.
Il maestro Nucci ha messo a disposizione la sua lunga esperienza di palcoscenico nei più importanti teatri con i registi di tendenze più diverse, le interpretazioni e i rifacimenti più bizzarri. Ben lontani da arbitraria lettura, il maestro Nucci e il direttore Stefano Ranzani alla guida dell'Orchestra Giovanile "Cherubini", complesso di bel suono, hanno lavorato in perfetta sintonia per restituire al pubblico il testo originale e integrale, solo spostando di "sei gradi" il tempo dell'azione. Storia d'un amore giovanile quella di Nemorino e Adina, ancor prima sognata, nella suggestiva "visione" all'aprirsi del sipario, a introdurre la favola a lieto fine. Vicenda e musica di casa nostra, collocata in un tempo storico di non troppo lontana memoria, l'immediato secondo dopoguerra, tempo di condivisa speranza e l'amore dei due giovani è d'auspicio d'un futuro migliore. Apprezzata la scena di Carlo Centolavigna, con i costumi colorati di Artemio Cabassi, nelle accurate luci di Claudio Schmid. Dal non meglio identificato "villaggio nei paesi Baschi" indicato in didascalia nel libretto originale, si è in un tipico borgo con le case di sasso della nostra montagna. I soldati guidati dal sergente della guarnigione Belcore, evocati dal librettista, sono qui dell'Arma dei Carabinieri. Di sicuro effetto il Sergente in alta uniforme nella scena del banchetto di nozze, nozze rimandate per lasciare tempo di mutar le sorti di Nemorino, per una inaspettata eredità, e Adina.
I protagonisti in scena sono giusti nella parte e le fresche voci aderenti ai ruoli assegnati, meritevoli di convinti applausi. Il Coro del Teatro Municipale, guidato dal maestro Corrado Casati, ben figura nelle scene d'insieme di contadini mietitori e contadine di belle forme nei costumi da "riso amaro". Oggi secondo appuntamento (ore15.30). Invitata una rappresentanza degli ospiti di "Casa Verdi" di Milano, nella ricorrenza del genetliaco del grande compositore.

Torna all'elenco | Versione stampabile

spazio
spazio spazio spazio
spazio spazio spazio