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Martedì 7 Ottobre 2014 - Libertà

Giovani di sicure doti nell'"Elisir" di Donizetti

I protagonisti dell'opera alla presentazione ai Teatini

piacenza - "In... canto d'opera", l'appuntamento di presentazione delle opere in cartellone nella stagione lirica del Teatro Municipale, al quarto anno di programmazione alla Sala dei Teatini, si realizza a cura dell'associazione "Nel pozzo del giardino" in collaborazione con la Fondazione Teatri. L'elisir d'amore, libretto di Felice Romani, musica di Gaetano Donizetti, è il "Progetto Opera Laboratorio 2014" a cura di Leo Nucci, con le scene di Carlo Centolavigna, l'Orchestra Giovanile "Cherubini" diretta dal maestro Stefano Ranzani e il Coro del Teatro Municipale diretto dal maestro Corrado Casati. Debutto sabato 11 (ore 20.30), replica domenica 12 (ore 15.30).
Protagonisti dell'opera giocosa sono giovani campagnoli, Nemorino è un contadino analfabeta, non insensibile alla bellezza, Adina è la bella di turno di classe superiore, ama leggere storie amorose e dispone del suo. Belcore è un militare vanaglorioso e Dulcamara un "dòttòrass" venditore di elisir buono per "timpanidi e scrofole e rachitidi".
Il maestro Marco Beretta, nell'adattamento di presentazione, ha chiamato giovani interpreti di sicure doti, il tenore Alessandro Cortello (Nemorino), specialista nei ruoli di belcanto, il soprano Vittoria Lee (Adina), coreana frequentante il biennio superiore di canto al Conservatorio "Nicolini", il baritono Michele Patti (Belcore), con già diversi debutti all'attivo, e il baritono Stefano Kim (Dulcamara) da Seul, in carriera dal 2007.
L'opera fu preparata a tempo di record per il Teatro Cannobiana di Milano per fronteggiare uno scoperto dell'impresario milanese. Romani prese spunto da un lavoro di Scribe e fece del suo meglio per rendere con finezza e ironia il gioco amoroso del giovane ingenuo con la vezzosa Adina. Nel 1832, quando l'opera debuttò con grande successo, grazie alla felicità melodica combinata tra arie e spumeggianti recitativi "dell'idilio lombardo", come lo definì il maestro Gavazzeni, fare dire al contadino irriverente "Quanto è bella.. più la vedo e più mi piace" all'Adina padrona, aspirante a ben altro, poteva suscitare perplessità, per l'evidente salto di classe, ma la chiave del giocoso, del comico appianò ogni possibile polemica e mise d'accordo tutti.
Affinché si realizzi il desiderio del villano Nemorino, viene giusto in aiuto Dulcamara, simpatico imbroglione a proporre il suo elisir. Con una buona bevuta di vino-elisir, Nemorino prende coraggio e può sostenere il confronto con l'arrogante Belcore che intende far sua la ricca Adina: "Al vincitor arrenditi, da me non puoi scappar". Più del vino elisir, può una buona eredità rendere Nemorino conteso da tutte le belle del borgo. Al punto la partita si gioca ad armi pari, Nemorino non è più il pezzente spasimante, ma un ricco giovane ben dotato, che non ha bisogno di farsi soldato per guadagnare il soldo, a leggere imparerà e sarà "la furtiva lacrima" sul volto di Adina, il gioiello più bello a suggellare l'unione dei due cuori. E vissero felici e contenti.

Gian Carlo Andreoli

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