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Martedì 7 Ottobre 2014 - Libertà

«Urlare è un segno di debolezza»

Da domani in libreria "Urlare non serve a nulla", l'ultimo libro del pedagogista piacentino
Daniele Novara: «Con i figli meglio adottare regole chiare»

piacenza - Esce domani, mercoledì 8 ottobre, in libreria Urlare non serve a nulla, ultima fatica del pedagogista piacentino Daniele Novara (Bur Rizzoli editore), che, con un taglio comprensibile a tutti, affronta questioni educative al cuore dei rapporti, non sempre facili, tra genitori e figli. Il libro, che verrà presentato all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano il 24 ottobre alle 20.45, nell'ambito della Scuola genitori, si rivolge espressamente alle mamme e ai papà: «E' un manuale per la gestione educativa dei figli, che siano nell'età dell'infanzia, della preadolescenza e dell'adolescenza» premette l'autore, precisando come il volume si basi in particolare sull'esperienza che ha condotto direttamente, per conto del Centro psicopedagogico per l'educazione e la gestione dei conflitti, negli studi di consulenza pedagogica per genitori a Milano e a Piacenza, nonché nelle numerose Scuole genitori promosse in varie città.
«Il mio è un approccio pedagogico, dunque educativo, non psicologico o emotivo. L'intenzione è infatti di fornire alle famiglie gli strumenti organizzativi affinché siano in grado di fronteggiare i momenti difficili nel dialogo con i figli». Un dialogo che troppo spesso si trasforma in scenate dove per farsi ascoltare gli adulti tendono ad aumentare al massimo il volume della voce. «Si alzano i toni per un eccesso di confidenza e per un eccesso di presunzione» ribatte il pedagogista. «Con i figli si adottano comportamenti che con gli estranei non ci si azzarderebbe a manifestare, anche per un semplice discorso di buone maniere. In più si presume che il bambino o il ragazzo abbiano capito cosa volevamo dire, quando invece i più piccoli probabilmente non hanno compreso, i più grandi non hanno prestato attenzione. Il risultato sono le urla dei genitori, che segnalano sempre debolezza e fragilità emotiva. E' altrettanto importante sia non farsi tiranneggiare dai figli, sia non tiranneggiarli a nostra volta. Urlare è una modalità inefficace, che inoltre provoca sensi di colpa nei figli e li mortifica».
All'opposto, Novara suggerisce ai genitori di sostituire le sgridate con l'adozione di «regole chiare, concordate con l'altro genitore, comprensibili al bambino e negoziate con l'adolescente». Per il pedagogista si tratta di un tema chiave: «Oggi si tende a sottovalutare l'eccesso verbale con i figli. Per cui, per esempio, si discute tanto sul fatto di non trascorrere troppo tempo davanti alla tv, quando basterebbe un po' di organizzazione, mettendo regole sul numero massimo di ore da passare davanti allo schermo. Le regole, intese come procedure ben delineate, sono un perno attorno al quale ruota l'organizzazione educativa della famiglia».
Un altro elemento "disorganizzativo" è dato - spiega Novara - dal non accordarsi nella coppia di genitori: «Se l'infanzia è il tempo della mamma, l'adolescenza coincide con il periodo della "convergenza educativa" sul padre. Spetta al papà quindi gestire il front office con i figli. Se in famiglia c'è solo la mamma, toccherà a lei assumere procedure di carattere paterno». Nel libro, Novara ha fatto tesoro anche delle situazioni analizzate nella trentennale esperienza di gestione dei conflitti. Tra le tecniche illustrate nelle pagine, ci sono dunque le domande maieutiche, come pure il cestino della rabbia, la tecnica del gatto, il silenzio attivo, il precedente positivo. Brevi esercizi, schede sintetiche, esempi personali («il processo di verifica dei contenuti è stabilizzato, in quanto già sperimentato abbondantemente dai genitori») accompagnano ciascun capitolo: «Abbiamo voluto che il libro fosse estremamente operativo, senza scadere peraltro nella banalità».

Anna Anselmi

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