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Sabato 27 Settembre 2014 - Libertà

«La città divide tra ricchi e poveri la sfida è costruirne una per tutti»

Il dibattito sul ruolo dell'urbanistica

Partecipazione ed esclusione. Sono questi i piani su cui si muovono la città e la società e sui quali ieri pomeriggio si è discusso nel corso di una tavola rotonda svoltasi nella sede degli Amici dell'arte.
A intervenire sono stati il Found Manager Fondo Emilia Romagna Social Housing Davide Cenni, il docente dell'università di Genova Bruno Gabrielli, il presidente di Federcasa Ettore Isacchini, l'assessore regionale Alfredo Peri, i docenti del Politecnico di Milano Fabrizio Schiaffonati e Lorenzo Spagnoli e della presidente dell'istituto nazionale dell'urbanistica Silvia Viviani nell'ambito dell'incontro coordinato dal presidente dell'Ordine degli architetti di Piacenza Giuseppe Baracchi e del consigliere della Fondazione Architetti Parma e Piacenza Roberto Bolici.
L'iniziativa, curata appunto dall'Ordine degli architetti piacentini in collaborazione con la Fondazione Architetti, ha inteso analizzare gli importanti processi di trasformazione che hanno investito oggi l'ambiente urbano, modificandone sostanzialmente la forma fisica.
Alla base c'è la volontà di comprendere come sia possibile dare alla città una nuova "dignità" e attribuire alla casa un ruolo funzionale di sviluppo della società.
«Se dovessi fare un bilancio dello stato dell'urbanistica oggi dovrei fare un intervento piuttosto doloroso - ha spiegato Viviani - ma quello che vorrei fare è tracciare il ruolo che l'urbanista ha: oggi ci troviamo ad affrontare una iperproduzione regolativa che non richiede la creazione di un progetto di città. Siamo immersi nel cambiamento e l'urbanistica non può esserne esente».
E in effetti il cambiamento riguarda innanzitutto la società: «Parto da un volume di Bernardo Secchi dedicato alla città dei ricchi e a quella dei poveri - ha spiegato Gabrielli - perché proprio qui si mette in luce la questione dell'aumento del divario fra ricchi e poveri: si tratta di qualcosa che compete all'urbanistica almeno per quanto riguarda gli effetti, dato che la vera sfida è di costruire una città che abbia riguardo per tutti». «Rispetto a questi fenomeni di inclusione ed esclusione, cosa succede nelle città e cosa fanno le realtà urbane? » ha chiesto Spagnoli, illustrando poi gli esempi degli spazi urbani di Singapore e Piacenza.
Sul tema della casa sociale invece si sono confrontati gli altri relatori, verificando quanto e in che modo il principio di partecipazione sia stato effettivamente soddisfatto.

Betty Paraboschi

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