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Sabato 27 Settembre 2014 - Libertà

La reazione di Molinari: «Nessun pentimento»

Amarezza ma nessun pentimento per Giuseppino Molinari, il candidato affacciatosi in un secondo momento sulla scena e che ha perso alla conta dei voti. Gli abbiamo chiesto un commento.
«Onore al merito al nuovo presidente, al quale rivolgo il mio vivo apprezzamento con i miei più sentiti auguri di buon lavoro». Esordisce Molinari e prosegue sull'esito del voto: «Quando ho accettato la proposta di candidarmi alla presidenza della Fondazione non mi sono per nulla preoccupato dei numeri necessari per avere la maggioranza del consiglio generale e ho proseguito nel percorso puntando soprattutto sul programma, sui progetti, sui valori e sulle idee che avrebbero dovuto orientare le scelte future della Fondazione».
Molinari fa cenno allo «stallo» dell'ente, al suo personale desiderio di superare «la conflittualità permanente, a mio avviso scaturita storicamente da una contrapposizione tra gruppi - afferma senza mezzi termini - e generata dal prevalere di interessi di parte e logiche di potere fondati sulla convinzione che la Fondazione fosse una istituzione da conquistare e non da servire».
A chiusura dei giochi, vuol ricordare le sue parole-chiave: voltar pagina tutti insieme, sussidiarietà, trasparenza, partecipazione, «prioritaria attenzione ai bisogni del welfare, poveri, famiglie, giovani, anziani».
«Ero convinto che questo avrebbe anche portato i cosiddetti numeri».
Insomma, si sente il rammarico del presidente della Ricci Oddi, già direttore amministrativo di università, nel non poter mettere a frutto anche un' «esperienza lavorativa e competenze pertinenti alle esigenze che la Fondazione manifesta in questo delicato momento sul piano finanziario, organizzativo e gestionale, sette giorni su sette dal mattino alla sera».
Cosa ha giocato contro, gli chiediamo?
«La logica dei numeri e dei patti e delle alleanze, in qualche caso davvero incomprensibili, costruiti prima ancora che nascesse la mia attuale candidatura, tenendo presente - Molinari svela un particolare sorprendente - che la prima proposta mi era stata fatta dal sindaco e dal presidente della Provincia il 30 giugno, mi chiesero la disponibilità ad essere il loro candidato».
Pentito di averci provato? «Non sono pentito di aver fatto questa esperienza che mi ha dato l'occasione di conoscere tante persone belle e ricche interiormente, animate dal desiderio di onestà, di fare del bene agli altri, disinteressate, lontane dalle lobby dei poteri e non disponibili ai compromessi, ma pronti anche a sacrifici personali per i più deboli e bisognosi. Spero solo che qualche messaggio positivo che ho avuto la possibilità di esprimere possa essere raccolto e interiorizzato e diventi un segno per i comportamenti e le scelte future della Fondazione».

ps

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