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Martedì 13 Gennaio 2004 - Libertà

Case di riposo, rincari in vista

Per il coordinamento delle Ipab necessario far fronte agli incrementi degli stipendi. Allarme Cisl sull'aumento rette del 10 per cento

Rincari rette in vista per le case di riposo di Piacenza e provincia. Gli aumenti del 2004 sarebbero sino al 10 per cento. Una cifra che ha messo sul piede di guerra la Cisl, la quale, con il segretario Sandro Busca, parla di "un'imposizione improponibile ed inaccettabile". La sezione provinciale di Piacenza dell'Arer-Ipab (l'organizzazione che riunisce le case di riposo) con la coordinatrice provinciale, Giuseppina Astrua, ha evidenziato l'estrema difficoltà di Ipab e Fondazioni a far fronte agli incrementi retributivi derivanti dall'attuazione del nuovo contratto nazionale dei dipendenti del comparto enti locali. Per tale ragione sembra che non sarà possibile contenere gli aumenti delle rette a carico degli ospiti e dei loro familiari all'interno del tasso di inflazione programmato. Tali incrementi potrebbero addirittura collocarsi anche nell'ordine del 10 per cento.
"In una fase estremamente delicata, in cui gli incrementi di prezzi e tariffe incidono già pesantemente sui bilanci familiari, ed in particolare su quelli dei pensionati - ha detto Busca - ci pare che sia del tutto fuori luogo un ulteriore intervento sulle rette". "Sarebbe più che mai opportuno - ha continuato - che le Ipab, anche per contenere i costi, attuassero sinergie tra loro, almeno in via sperimentale, per una gestione associata dei servizi amministrativi, contabili, manutentivi, così come peraltro previsto dalla stessa legge regionale di riforma".
"Le nostre osservazioni - ha precisato il segretario Cisl - sono confortate dai contenuti e dagli indirizzi dell'ultima circolare regionale in materia del 23 dicembre. Tale circolare sui servizi per anziani non autosufficienti prevede infatti quale obiettivo per il 2004 "l'azzeramento o il forte contenimento dell'aumento delle rette per case protette, centri diurni e RSA, a carico degli anziani assistiti o delle loro famiglie, a fronte di un significativo aumento degli oneri a rilievo sanitario". In presenza di tale atto, facciamo ancor più fatica a comprendere la presa di posizione dell'Arer". Quella della Regione, ha replicato la coordinatrice Astrua, "è una presa in giro". "Il contributo in percentuale - si parla dell'8 per cento - è sulla quota sanitaria che è però una quota bassa e non permette di coprire le sopraggiunte necessità". Quali sono tali necessità? "Coprire il 5,6 per cento in più per il personale pubblico ed il 13 per cento in più chiesto dalla cooperative" ha risposto la dottoressa Astrua che ha sottolineato come già in dicembre, con tutte le Ipab della provincia, fosse stato lanciato l'allarme. "In questa fase non ancora definita - ha annunciato la coordinatrice - non ci resta che tenere ferme le rette del 2003 aggiungendo la postilla "salvo conguaglio"".
Intanto la Cisl ritiene che debba essere costituito un Fondo Provinciale per la non autosufficienza, che trovi riscontro nelle voci di spesa dei Comuni e possa essere alimentato anche dai maggiori introiti dell'imposizione tributaria locale, e con il sostegno forte della stessa Fondazione.
Poi la costituzione di un tavolo concertativo territoriale, coordinato dalla Provincia o la convocazione, in tempi ristretti, del Tavolo del Welfare, allargato alle Ipab, che per la Cisl deve riunirsi periodicamente e deve avere carattere permanente.

Federico Frighi

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