Venerdì 19 Settembre 2014 - Libertà
Fondazione, la minoranza spara su Toscani: non serve un notaio
Commissione, accuse a Dosi e Perrucci. La replica: strumentalizzazioni
Tassi (Pdl) si smarca dai suoi: due candidati ci sono, inutile polemizzare
Scontro al calor bianco in commissione consiliare 1 sulla Fondazione di Piacenza e Vigevano. La seduta di ieri, che doveva tirare le fila del lavoro impostato prima della pausa estiva quando in via Sant'Eufemia furono inviate delle domande volte a fare luce sui tanti elementi di polemica emersi a partire dalle infelici scelte di investimento che hanno portato a una ingente svalutazione del patrimonio, ha fornito il destro alla minoranza per un fuoco di accuse all'indirizzo sia del sindaco Paolo Dosi sia del presidente della commissione Stefano Perrucci (Pd).
Quest'ultimo ha spiegato che quelle domande sono rimaste lettera morta dal momento che nel frattempo in Fondazione le cose sono precipitate essendosi dimesso sia il presidente Francesco Scaravaggi sia il cda e che il clima di smobilitazione generale, con due candidati - il notaio Massimo Toscani e il manager Giuseppino Molinari - da qualche giorno già ufficialmente in campo e pronti a sfidarsi la settimana prossima davanti al consiglio generale di via Sant'Eufemia, ha indotto i vertici uscenti a non accettare l'invito di partecipare alla seduta della commissione.
Lo stesso sindaco «ha ritenuto consigliabile lasciare la palla alla commissione», ha informato Perrucci nel chiedere ai presenti uno «spirito di collaborazione» che è andato però subito a farsi benedire. Lucia Girometta (Fi) ha criticato l'assenza di Dosi, idem Marco Colosimo (Piacenza Viva) che gli ha anche rinfacciato una gestione «inadeguata» della partita della Fondazione, di «non avere le palle nel far rispettare gli interessi del Comune». E ha puntato il dito contro Toscani, il candidato accreditato del sostegno delle istituzioni: «Avere un notaio è il fallimento della politica».
«Servono persone che abbiano competenze specifiche, non promosse in virtù di logiche di corrente», ha fatto eco Mirta Quagliaroli (M5s). «Un notaio di garanzia? Ma che profilo è? », ha rincarato la dose Massimo Polledri (Lega) proponendo, insieme a Colosimo, tre alternative ritenute una« soluzione alta», vale a dire gli economisti Giacomo Vaciago ed Ettore Gotti Tedeschi e il banchiere Corrado Sforza Fogliani.
Ma Polledri ha preso di petto Perrucci accusandolo di «omissione» per non avere rispettato il percorso concordato per i lavori della commissione. E Paolo Garetti (Sveglia) ha parlato di «situazione al limite del ridicolo».
Pronta la replica di Perrucci che in un infuocato confronto con Polledri ha rivendicato «il profilo istituzionale che ho cercato di mantenere» nel presidere i lavori. Il che in buona sostanza significa, nel rapporto con un ente come la Fondazione che gode di assoluta autonomia e nel cui consiglio generale il Comune nomina due soli rappresentanti su 25, acquisire consapevolezza che «non si può forzare la mano su un ente che non ci appartiene».
«La Fondazione è autonoma da tutti i consigli comunali, la state strumentalizzando per attaccare il sindaco, lo sapete bene ma non avete altro di cui parlare», si è accalorato contro l'opposizione Guglielmo Zucconi (gruppo misto). In via Sant'Eufemia «il presidente viene nominato da 25 membri del "parlamentino", non tocca a noi fare nomi», gli ha dato man forte Laura Rapacioli (Pd). E Lucia Rocchi (Moderati) ha criticato la convocazione di una commissione che, a nuovi giochi che stanno ormai per farsi, «mi sembra solo una perdita di tempo».
Politicamente significativo l'intervento di Marco Tassi (Pdl) che si è dissociato dai toni barricaderi del centrodestra considerando che, «da statuto, chiunque può proporre la sua candidatura, se qualcuno voleva, poteva farlo, di candidati ce ne sono due ed è bene guardare al futuro, continuare a polemizzare non è costruttivo».
In conclusione Colosimo ha presentato la richiesta di convocazione a stretto giro di una nuova seduta in cui sentire in audizione i due candidati alla presidenza e il revisore dei conti della Fondazione. Istanza bocciata dalla maggioranza (ma a favore ha votato l'Idv, Rocchi e Perrucci astenuti) per mancanza dei tempi necessari.
Gustavo Roccella
gustavo.roccella@liberta.it