Martedì 9 Settembre 2014 - Libertà
Sotto il monumento anche quattro targhe
Una lapide è stata dedicata alle vittime piacentine della montagna
FERRIERE - Saranno quattro le targhe poste sulle croce del Carevolo. Anzitutto le parole di Walter Bonatti, alpinista e scrittore, che racchiudono il senso della salita, il suo valore esistenziale e divino assieme: "L'uomo moderno vive in città, mangia senza fame e beve senza sete, si stanca senza che il corpo fatichi, rincorre il proprio tempo senza raggiungerlo mai. E' un essere imprigionato. Alcuni però, nell'esigenza di riprendersi la propria vita, trovano una via d'uscita nel sentiero che audace sale per un distacco che libera ed eleva". La riflessione di Bonatti è preceduta da un versetto dal libro di Isaia: "Domus Domini in vertice montium".
La seconda targa riprende il brano "Signore delle cime": "Dio del Cielo, Signore delle cime, su nel paradiso lasciali andare per le tue montagna". Affida alla "inesauribile fecondità della vita della croce di Cristo": Francesco Quartieri, scomparso nel 2009; Mario Vincenti, morto il 3 marzo 2013 all'età di 53 anni, ex sindaco di Gropparello e socio Gaep colto da un fatale malore, proprio mentre rientrava da un'escursione sul Carevolo. Affidate al Signore le vittime della montagna, quelle di guerra che combattevano arroccati sulle Alpi, e quelli legati alle scalate, come i ragazzi del Brentei (Carla Acerbi, Cinzia Ballestri, Francesco Boselli anni, Matteo Ferdenzi, Michele Ferrari, Andrea Rubbino, Nuccio Malaponti) morti il 17 luglio del 1991, e i nove alpinisti del Cai che persero la vita sulla cima del pizzo Palù il 29 giugno del ‘57. A questi ultimi è andato il ricordo, lo scorso 10 agosto, della messa celebrata sul Crociglia per la ricorrenza dell'arcangelo San Raffaele.
La terza targa sul Carevolo ricorda coloro che hanno reso possibile l'importante progetto: "La croce è stata ideata su progetto e direzione dell'artista Stefano Villaggi, dell'architetto Pierluigi Montani, dell'ingegner Giuseppe Pighi e del geometra Carlo Abati. Esecutori: ditta Nuova Neon Radelme di Piacenza per la croce; Giuseppe Ferrari di Ferriere per il basamento, la ditta Star Work per il trasporto in elicottero. Il Gaep ha presentato la domanda di autorizzazione concessa dalla Soprintendenza di Parma e Piacenza e dal Comune di Ferriere. Hanno sostenuto l'opera le Parrocchie di Ferriere e di Fiorenzuola con la Fondazione di Piacenza e Vigevano. Si ringraziano tutti i proprietari della cima per il permesso, gratuitamente accordato, di costruire sul loro terreno.
La quarta targa riporta infine i versi di Ungaretti: "Cristo, pensoso palpito, Astro incarnato nell'umane tenebre, Fratello che t'immoli perennemente per riedificare umanamente l'uomo, Santo Santo che soffri, per liberare dalla morte i morti, e sorreggere noi infelici vivi; d'un pianto solo mio non piango più. Ecco Ti chiamo Santo".
d. men.