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Venerdì 12 Settembre 2014 - Libertà

«Il mio sound tra il Nord e l'Ovest»

Parla il musicista finlandese protagonista stasera dell'appuntamento del "Valtidone Festival"
Il pianista Rantala e il suo String Trio a Palazzo Rota Pisaroni

PIACENZA - Il suo nome forse non dirà niente ai più. Ma è sufficiente trastullarsi un quarto d'ora su YouTube per rendersi conto di che mostro sia il pianista jazz finlandese Iiro Rantala, nuovo illustrissimo ospite del Valtidone Festival. Il suo concerto sarà domani alle 21.15 nel cortile di Palazzo Rota Pisaroni di via Sant'Eufemia (auditorium della Fondazione, dirimpetto, in caso di maltempo). Si presenterà con il suo ultimo progetto, lo "String Trio" insieme a due altri straordinari virtuosi come il violinista polacco Adam Baldych e la violoncellista croata Asja Valcic, una "vecchia amica" del festival. Preparatevi ad un concerto fatalmente sospeso tra ritmi scatenati e un forte spirito neoromantico, capace di incontrare i gusti più disparati.
Iiro, l'aggettivo "eclettico" le sembra adeguato a descrivere il suo approccio al jazz?
«Preferirei la parola "personale". Gli elementi essenziali sono melodia, bellezza, sentimento e relazione col pubblico. Chiunque può connettersi alla mia musica, non solo gli appassionati di jazz duri e puri. Questo è ciò che spero».
Quali sono gli aspetti più importanti nella sua ricerca sonora?
«Amo le linee melodiche logiche. Come Vivaldi, Mozart, Ciaikovskij e Gershwin. La cosa difficile è trovarne di nuove, fresche: molte sono già state prese. Poi, sono gli assoli improvvisati in ogni melodia a rendere la mia musica "jazz"».
In un'intervista disse che frequentando New York capì di voler suonare come un musicista di jazz finlandese. Cioè?
«Pensai a quali fossero i miei vantaggi rispetto ad uno studente americano: il suono finlandese nel mio cuore, triste e malinconico, desunto alla tradizione del tango e del folk; un'alta conoscenza della tradizione musicale europea, le grandi opere classiche e i compositori italiani; infine, la stranezza dello sguardo finlandese verso il mondo. Iniziai a combinare questi elementi nella mia musica, smettendo di cercare di suonare come uno studente jazz americano. Fu una buona decisione».
Tra i suoi progetti principali, il primo fu il Trio Toykeat, poi il funambolico New Trio. Possiamo riassumerne le caratteristiche?
«Il Trio Töykeät è durato per 18 anni no-stop, con la stessa formazione, producendo 7 registrazioni e oltre 2000 concerti in 43 paesi. Il New Trio è stata un'esperienza davvero nuova: credo l'unico gruppo jazz ad avere mai avuto il "beatbox" (l'arte di riprodurre batteria e percussioni con la voce e la bocca, ndc). E' stato molto divertente, per 3 anni: un solo album e 2 milioni di visite su YouTube al video "Shit catapult"; in questo senso, il mio brano più famoso».
E come è nata dunque la collaborazione con Asia e Adam?
«Ero alla ricerca di un grande violoncellista e violinista; sentendo i miei contatti sono usciti i loro nomi, li ho contattati e abbiamo cominciato l'avventura. Il mio agente Ralph ha lavorato duro per trovarci i concerti. Ho composto brani nuovi e siamo corsi subito a registrarli. Lo stile è melodico, romantico, logico e ritmico, con tanta improvvisazione. Quanto al concerto, aspettatevi una serata di bella musica, con un paio di brani di fama mondiale».
Altri impegni, progetti o desideri del momento?
«Beh, in questo periodo sto mettendo insieme una nuova serie televisiva, "Grand Piano Journey", che unisca musica, viaggi, cultura e intrattenimento. Una coproduzione internazionale: andrò in 8 paesi per scoprire le cose da consigliare più significative di ciascun luogo. Voglio venire anche in Italia e girare l'episodio con il mio amico Stefano Bollani come ospite».

Paolo Schiavi

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