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Venerdì 12 Settembre 2014 - Libertà

Con le ballate klezmer di Eusebio e Marazza si è chiusa con successo "Musica ai Giardini"

piacenza - Si sono abbassati i riflettori sull'undicesima edizione di Musica ai giardini, la rassegna che, organizzata da Arci di Piacenza, dal Comune e con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano, ha animato i martedì piacentini. Il cartellone è stato curato da Luca Garlaschelli. Un mini festival capace di raccogliere attorno al Gazebo "simbolo" dei Giardini un pubblico quantomai eterogeneo. Curiosi, signori attempati, coppie, famiglie in cerca di evasione, giovani. Tutti attirati da un'offerta artistica vivace e composita. Un menù sempre ricco, un ventaglio di proposte ampio e coloratissimo, esperienze musicali diverse da condividere al chiar di luna. Anche nell'ultimo appuntamento, per non smentire la mission della rassegna, è stato allestito un programma variegato. Lo hanno declinato due musicisti dalla spiccata sensibilità: il maestro Gianpietro Marazza alla fisarmonica e il giovane clarinettista Alessandro Eusebio. Il duo ha messo in mostra un dialogo fitto e delicato tra nostalgia e visioni sfumate. Da un genere all'altro senza indecisione con grazia e disinvoltura, dal valzer al tango, dal jazz alla canzone d'autore. Si parte poco dopo le 21.30, introduce la serata il consigliere comunale Laura Rapaccioli che porta i saluti del sindaco Dosi e dell'assessore alla cultura Albasi. L'incipit ha il sapore un po' retrò di un bistrot parigino, l'aria sbarazzina che taglia l'atmosfera: un giro di valzer francese, da Montmartre ritratti dell'anima, suggestioni mai sopite. La Valse d'Amelie, reminiscenza dalla colonna sonora de Il favoloso mondo di Amélie, rimescola i ricordi della platea. Alessandro Eusebio lancia i brani, racconta, dialoga, sorride con il pubblico. La mente di chi ascolta corre. Intanto la fisarmonica di Marazza porta la scaletta in bocca al jazz del talentuoso Dollar Brand oggi Abdullah Ibrahim. Due i brani fatti emergere dallo spartito: The wedding e Bolero. Tra le due esecuzioni Marazza, apprezzatissimo compositore di colonne sonore e musicista vicino a Moni Ovadia, ha proposto un assolo attorcigliato attorno a 4 temi dell'est europeo: Quadrittico tzigano. Spazio alle influenze klezmer con Oi Tate. Marazza regala a seguire un suo brano, I dolori del mondo, e un medley di brani come Pinocchio miscelato con L'angelo azzurro. Poi un pezzo tratto dal film Latcho drom, Tchavalo swing. Si prosegue, destinazione Argentina: tango e Piazzolla, passione e memoria, in cerca del sud con il cielo a rovescio e Vuelve sur. Forte l'impatto con un pezzo di musica tradizionale klezmer: Firen di mekhutonim aheym (tradotto Ritorno da un matrimonio). Emozioni a fior di pelle con Smile, splendida composizione scritta da Charlie Chaplin. Con Silenzioso slow (Abbassa la tua radio) si torna per qualche istante agli anni ‘40. Si chiude con un paio di un bis, tra gli applausi. Uno di questi a richiesta dagli spettatori: Amapola.

Matteo Prati

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