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Mercoledì 10 Settembre 2014 - Libertà

Piacenza nel 2015 si farà sfuggire il Festival dal Mississippi al Po?

di DAVIDE ROSSI
per la prima volta in dieci anni di attività con la cooperativa Fedro, mi appresto a fare una cosa mai fatta.
Non è mia abitudine, né tanto meno dei miei collaboratori, esternare pubblicamente le nostre preoccupazioni, o i motivi che stanno dietro a certe scelte, ma vista la grande quantità di domande e richieste di spiegazioni che ci sono giunte personalmente, via mail, sulla pagina Facebook di Dal Mississippi al Po, e non ultimo tramite alcune lettere inviate proprio a Libertà, penso che sia giunta l'ora di dare una risposta ai tanti amici che con il loro interesse per il nostro lavoro ci riempiono di orgoglio e si meritano certamente la nostra attenzione.
Da quando, nel mese di maggio, è uscita la notizia che la decima edizione del festival musicale e letterario di cui sono direttore artistico si sarebbe tenuta quasi interamente a Travo, sono stati molti i commenti, le perplessità e le ovvie domande che ci sono state rivolte: come mai un festival nato a Piacenza, che ha sempre messo la valorizzazione della nostra città, delle sue piazze, dei suoi palazzi, dei suoi innumerevoli scorci poetici come uno dei punti d'orgoglio di tutta la rassegna si stava di fatto trasferendo in val Trebbia lasciando una sola serata in Piazza Cavalli?
Occorre fare una promessa, che spero potrà spiegare molte cose: quest'anno il nostro festival, come dicevo, ha compiuto dieci anni, e noi di Fedro ci siamo messi in testa, già a partire dalla scorsa edizione, che il modo migliore di festeggiare (oltre ovviamente ad allestire ancora una volta un programma di cui essere fieri ed entusiasti) sarebbe stato quello di offrire alla nostra città un'edizione interamente gratuita e con l'unica esclusiva ambientazione di Piazza Cavalli, che avrebbe ospitato appuntamenti letterari e live internazionali accessibili a tutti gratuitamente, per una grande festa culturale aperta a tutto il nostro pubblico nella piazza più amata della nostra città.
Questo nostro progetto, che abbiamo spinto con tutto l'entusiasmo possibile, non è stato però realizzabile.
Dopo alcuni incontri con l'Amministrazione Comunale (Ass. Albasi ed il Sindaco Dosi) si conveniva assieme di convocare alcune realtà istituzionali Camera di Commercio e Fondazione di Piacenza e Vigevano (che non si è neppure presentata) deputate alla valorizzazione e al sostegno economico di manifestazioni culturali e della valorizzazione del centro storico della città, tali incontri si sono rivelati assolutamente inutili, ed allora dopo qualche promessa andata via via disattesa, abbiamo deciso di proseguire con le nostre sole forze e soprattutto a mantenere quello che era il fulcro del progetto originale totale gratuità e Piazza Cavalli quale unica location.
Ma nonostante tutti i nostri sforzi, dal Comune ci è arrivata comunicazione che venerdì 27 giugno avremmo dovuto traslocare il festival poiché la Piazza era già impegnata dai venerdì piacentini e la nostra serata non poteva coesistere con le iniziative già da tempo programmate dagli organizzatori (serata dedicata ai famosi mattoncini Lego con giochi e animazione per bambini)
Le prospettive, a quel punto, erano molto limitate per noi, un cambio di location in città avrebbe comportato delle spese di gestione maggiori, e il senso di riportare la grande cultura in Piazza Cavalli andava scemando.
Devo ammettere che per noi non è stato semplice accettare la situazione, fare i conti con l'innegabile amarezza di vedere il nostro festival relegato ad una posizione di poco conto. Dal Mississippi al Po, e lo dico senza spavalderia ma anche certo di non venire smentito, è l'unico evento letterario internazionale della città, quale altra manifestazione ha portato a Piacenza in 10 anni, qualcosa come trecento tra scrittori giornalisti ed artisti provenienti da ogni angolo del globo? L'Amministrazione Comunale piacentina e le altre istituzioni a cui ci siamo rivolti, Camera di Commercio e Fondazione di Piacenza e Vigevano, non hanno saputo o voluto appoggiare in pieno il nostro progetto.
Questa è la realtà un progetto ricco ed articolato, che abbiamo dovuto necessariamente limare, portandolo comunque avanti facendo i salti mortali per non perdere quella qualità a cui il nostro pubblico è ormai abituato.
Non nego che in quei momenti, presi dallo sconforto, io e i collaboratori della Fedro abbiamo anche pensato di tirare i remi in barca, se non proprio di rinunciare interamente al festival, quanto meno di prenderci un anno di pausa.
L'intervento del Comune di Travo, arrivato in maniera repentina, è stato per noi provvidenziale: la tempestività e la risolutezza con cui il sindaco Albasi ha preso in pugno la situazione, avendo perfettamente chiaro di avere per le mani un'opportunità che non capita tutti i giorni, ci hanno infuso una carica ed una voglia di fare che temevamo si stesse spegnendo definitivamente.
Albasi e la sua giunta, cito in particolare l'ex l'Assessore Valla, sono riusciti a fare un piccolo miracolo: innanzitutto nel giro di pochissimo tempo sono stati in grado di trovare un finanziatore, uno loro sponsor importante ed adeguato, e poi ci hanno garantito il loro appoggio totale, mettendo a nostra disposizione tutta la professionalità che un Amministrazione Comunale potesse offrirci. In poche settimane la macchina organizzativa del festival si è rimessa in moto, e senza neanche un intoppo, garantendo la perfetta combinazione di accoglienza, appeal paesaggistico e background storico e culturale a cui da sempre sono abituati sia i nostri ospiti, che anche quest'anno sono arrivati dagli Stati Uniti, dalla penisola scandinava, dal Nord Africa, dal Regno Unito..., che il pubblico che ci segue da anni. Nonostante il brutto tempo abbia fatto spesso capolino, le tre serate di Travo sono state un successo su tutti i fronti, la partecipazione del pubblico è stata ottima, la piazza ha accolto con calore i nostri artisti, che a loro volta sono rimasti rapiti dall'atmosfera che si respirava; basterà leggere articoli e blog di alcuni dei nostri ospiti, che hanno avuto parole di sincero entusiasmo nei confronti di Travo, delle sue bellezze e della sua gente, per capire che quello che sto riportando è un sentire comune.
Quanto alla serata inaugurale del festival, l'unica che si è tenuta in città, quello che è stata per Piacenza è sotto gli occhi di tutti, quanto meno delle centinaia di persone che hanno affollato Piazza Cavalli: una folla attenta e divertita, un pubblico partecipe che ha ascoltato con interesse l'incontro letterario/giornalistico incentrato sull'Africa, condotto da Ilaria Guidantoni (Epoca) e con la presenza di Aziz Chouaki (scrittore musicista drammaturgo algerino) (e quanto sarebbe stato opportuno farne dieci non uno di incontri sull'Africa, per capirne un pochino di più di quello che sta diventando il problema del secolo), e poi si è scatenato con la musica di Vieux Farka Touré (Mali). Nonostante un clima non proprio estivo e tanta pioggia prima del concerto, siamo riusciti a portare nella nostra città una festa di altissimo valore artistico e culturale aperta a tutti, senza dimenticare di rimarcare anche il forte valore di aggregazione sociale, e di valorizzazione della multiculturalità, che quella serata ha saputo creare.
La domanda che fa seguito a questo discorso riguarda inevitabilmente il prossimo anno, la prossima edizione, la numero undici di Dal Mississippi al Po. Beh, per questa, una risposta non ce l'ho. Noi di Fedro abbiamo desideri e tanta voglia di fare, a dire il vero abbiamo già anche dei progetti molto importanti in fase di costruzione già avanzata, abbiamo addirittura un paio di ospiti internazionali che ci hanno confermato la loro partecipazione al festival... ammesso e non concesso che ci sarà, il festival. Siamo consapevoli che la nostra cocciutaggine da sola non basti più.
Abbiamo bisogno che le istituzioni facciano uno sforzo, stiamo entrando in un'annata che sarà ricca di fermento, si spera, in cui si muoveranno milioni di persone a pochi passi dalla nostra città, ritengo che Dal Mississippi al Po possa essere un'attrattiva per Piacenza nell'ambito dell'offerta del territorio legata ad EXPO 2015. Inoltre, guardando a quello che sta avvenendo in città, abbiamo più di qualche speranza nei confronti del rinnovo del consiglio della Fondazione di Piacenza e Vigevano, che ci auguriamo possa diventare la Fondazione di tutti i soggetti organizzativi e soprattutto che sia aperta e pronta a valorizzare tutti i generi musicali di qualità,
Nei prossimi mesi, cercheremo di far rientrare Piacenza nel progetto dandole una rinnovata centralità, presenteremo al Comune di Piacenza una bozza di festival ben strutturata, che potrà dare un'idea di quello che sarà la prossima edizione di Dal Mississippi al Po, ma lo faremo con la consapevolezza che la nostra sarà una proposta "dentro o fuori"
E in tutto questo voglio sottolineare un'ultima cosa, indipendentemente da quello che succederà in città, non abbiamo nessuna intenzione di lasciare Travo, che si è guadagnata un posto ancora più speciale nel nostro cuore e che si merita tutta la nostra gratitudine e tutto quello che di bello il nostro festival ha ancora da offrire, noi siamo pronti Sindaco Albasi ad alzare ancora l'asticella della qualità e sicuramente, acquazzoni permettendo, pensiamo di triplicare le presenze in Piazza Trento.
*Presidente Cooperativa FEDRO

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