Lunedì 11 Agosto 2014 - Libertà
Preziose note meticce
Con Diango's Clan e la vocalist Freymadl a Morfasso
morfasso - Ultima tappa per la fortunata rassegna Summertime in Jazz, organizzata dal Piacenza Jazz Club con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, il contributo della Camera di Commercio e il patrocinio della Provincia di Piacenza e della Regione Emilia-Romagna. Il cerchio si è chiuso a Morfasso in una piazza popolata e partecipe (tra il pubblico molti accenti francesi mescolati al dialetto piacentino), attraversata da un quartetto vestito di fraseggi gitani.
Linguaggio ibrido, le insegne di Django Reinhardt ben issate, la tradizione manouche: il concerto dei Django's Clan. Capitanato da Carmelo Tartamella il gruppo è completato da Jacopo Delfini alla chitarra ritmica ed Enzo Frassi al contrabbasso. Con loro, in scena, una voce non comune, quella della cantautrice italo-tedesca Franziska Freymadl. Il Clan scalpita, sfodera virtuosismo, improvvisazione, swing, jazz e blues. Una serata aperta dall'intervento del direttore artistico Gianni Azzali: «Si conclude stasera Summertime in jazz, una maratona partita il 30 giugno. Per questa serata rivolgo un sentito ringraziamento al Comune e alla Pro Loco di Morfasso e come sempre alla Fondazione, indispensabile partner organizzativo. Speriamo che l'anno prossimo, in vista di Expo 2015, la rassegna possa vivere una seconda edizione». Concetti sottoscritti anche dal neo sindaco di Morfasso Paolo Calestani.
Dalle parole ad uno sbuffo di note meticce. Si parte. Carmelo Tartamella (chitarrista cremonese e docente della Milestone school of music) è particolarmente ispirato. La sua passione per il gipsy jazz scorre su un tappeto cucito nel passato: «Mio nonno - spiega Carmelo - suonava il manouche e da lì ho imparato. Poi l'infatuazione per Django, il suo stile unico, la sua leggenda che "suonava" su due dita (un terribile incidente gli impose una tecnica del tutto personale) ». Scintille di talento, i canoni del genere declinati con disinvoltura, un susseguirsi di colori e ritmi, malinconia ed esuberanza. Iniziano i Django's Clan, tra i più quotati esponenti del jazz manouche in Italia, con tre brani strumentali. In questa fase spiccano Nuages di Reinhardt e Oci ciornie (brano popolare russo). Arriva sul palco Franziska: in scaletta Que reste-t-il de nos amours (Charles Trenet), Une belle histoire (Michel Fugain), Exactly like you (Nina Simone). Carmelo si sente il blues scivolare tra le dita: ecco Gee baby, ain't I good to you (Nat King Cole Trio). Un occhio a Reinhardt con After you've gone, l'omaggio a Billie Holiday porta a What a little moonlight can do.
Poi riflettori sugli occhi verdi di Franziska, sola sul palco, imbraccia la chitarra. Padre tedesco, madre milanese, nasce a Castelsangiovanni, vive a Cremona, scrive le sue canzoni, ama la Mannoia e la Consoli. La canzone d'autore nelle vene. La sua voce ti avvolge, profonda: è il momento del suo singolo Scendo in barca. Il programma procede, i Django's Clan al completo con I can't give anything but love (Fitzgerald / Armstrong) una splendida Love me tender, All of me, Mack the knife di Kurt Weill su testo di Bertolt Brecht, cantata insieme al pubblico. Fioccano gli applausi che si vanno ad esaurire tra le "foglie" di Autumn leaves di Joseph Kosma.
Matteo Prati