Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
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Venerdì 15 Agosto 2014 - Libertà

Fondazione, nessuno disturbi i manovratori che hanno già deciso

IL CASO

di MASSIMO POLLEDRI
Non c'è momento migliore per fare le cose di nascosto dall'opinione pubblica di Agosto.
In Agosto, a Piacenza, si esternalizzarono le mense delle scuole comunali dopo mesi di girotondi sotto le finestre della precedente Amministrazione Guidotti. Chi guidava il trenino delle mamme e delle cuoche era la stessa che guidò l'appalto reggiano. Sotto le ferie si esternalizza (sempre a cooperative,) l'assistenza dei vecchietti della ASP
E ora si decide per la Fondazione di Piacenza e Vigevano: la famosa Casa di Vetro. Dispiaciuto il Sindaco cui non difetta l'habitus e l'atteggiamento contrito. Un amico sindaco diceva che i voti si mantengono partecipando ai funerali…Bè, qui siamo maghi nel settore: RdB, Ikea, Fondazione, Aree Militari. Il caro estinto può contare sul viso in prima fila, rassicurante e buono del caro Sindaco di Piacenza.
Il professor Timpano, come più volte riportato, non si era mai accorto né aveva mai raccolto i dati che sia io che Foti ed altri, da due anni sottoponiamo alla politica cittadina sulla Fondazione. Ma d'altronde si sa che i Professori in Italia qualche danno lo hanno fatto (vedi Prodi o Monti).
Il professore sulla Fondazione non c'era, non "era competenza della politica" e se c'era dormiva.
Finito anche il mandato all'unanimità stabilito fin da Maggio alla commissione del vacanziere presidente Perrucci che doveva inoltrare domande alla Fondazione.
Si doveva inoltrare e chiedere chiarezza? Formulare un profilo del candidato e del Consiglio di Amministrazione? Si doveva, forte anche del"l'orgoglio delle Istituzioni" come recitava in Consiglio Perrucci in risposta al Consigliere Anselmi, che tra l'altro si era detto disponibile a rispondere o a partecipare alla Commissione.
Nel frattempo intervengono Corriere della Sera, procura, Parlamento, Espresso, Ministero del tesoro.
Ma Perrucci ed il Sindaco niente sanno e niente dicono. Forse, oltre che allo sprezzo istituzionale e alla mancanza di serietà nei confronti di Consiglio e Commissione aggiungono al conto un codice di omertà palese ed evidente.
Non si deve disturbare il manovratore.
Sul passato meglio coprire, mi sembra sia la scelta. Nessuna valutazione o atto di chiarezza. In nove anni, dal 2005 la Fondazione perso valore patrimoniale, passando dal Patrimonio netto di 382 milioni nel 2005 ai 347 del 2013. Con l'inflazione dobbiamo aggiungere una perdita di almeno un 16%. Cento milioni, circa: cinquecento euro per ogni Piacentino.
A questi, stando alle note del bilancio avremo altri 50/60 milioni di minusvalenze nel 2014.
Sono stati fatti e ripetuti investimenti discutibili su cui sarebbe opportuno valutare responsabilità o, magari, meriti. Alcuni hanno anche seduto, a seguito di questi, in Consigli di Amministrazione di banche o di Fondi Private Equity.
Ricordo, per qualche lettura pregressa, che la responsabilità dei componenti i Consigli di Amministrazione oltre che dei Consiglieri generali è anche personale, economicamente e penalmente.
Forse per questo c'è fretta: meglio lasciare tutto nella zona grigia, comprese le sconcertanti dichiarazioni del Presidente Scaravaggi che non aveva ben chiare né meccanismi di rappresentanza legale, né le linee di evoluzione del patrimonio della Fondazione.
Né si vuole discutere ovviamente del futuro. Attualmente ci sono circa 60 milioni da investire su un conto. Cosa se ne vuol fare? E per riportare il patrimonio a generare valore quale è la strategia? Si vuole riformare il modello di gestione della Fondazione con un codice etico di cui si stava discutendo? O vogliamo lasciare questo modello dove un Presidente dice essere possibile la prevaricazione (senza peraltro mai precisare dove e come)?
Possiamo sperare in un Consiglio Generale fatto da "la migliore espressione" della società piacentina che però di solito oltre a fare "frate cercone" esercita al meglio il mestiere del non vedo e non sento? Possiamo dire che è titolato a trovare soluzioni o indicare Presidente e nuove vie? Sinceramente non credo.
La scelta agostana sembra cadere sulla figura di un notaio. Stimato professionista sembra abbia trovato, previa equa spartizione delle poltrone del CdA, in stile prima repubblica, secondo lo scrivente, quasi unanime indicazione. Per questo tacciono Commissioni, Sindaco, Presidente della Provincia, Camera di Commercio, Associazione. Nessuno disturbi i manovratori. Che hanno già deciso nel chiuso di qualche stanza. Senza motivare: amico nostro e basta!
Mi ricorda l'arrivo del Prof. Monti, salvatore iniziale, poi distruttore del patrimonio degli italiani. Un notaio certificherà l'esistente, metterà in soffitta intenti bellicosi, tipo azioni di responsabilità e con uso prudente, lascerà gestire od indirizzare il patrimonio ad altri meglio titolati.
Una bella banca d'affari è quella che immagino arriverà: affari per la Banca, ovviamente. Per il resto si andrà avanti così: meno soldi, distribuiti senza un progetto particolare rilevante per una Piacenza in crisi economica. Meglio salvare la situazione attuale che rischiare pulizia e cambiamenti, meglio i privilegi esistenti anche se ridimensionati che rifondare tutto.
Ma mi si permetta di dire che la scelta (di ottimo e stimato professionista) è scelta miope e sospetta. E sappiano anche Consiglieri Generali ed attori Istiutuzionali che i primi atti si vedranno subito e se, nei prossimi 12 mesi, non si sarà ricostituito ragionevolmente il patrimonio potrebbero essere chiamati a risponderne nei limiti ampi del Codice Civile.
Questa volta, caro Perrucci e caro Sindaco, vi saltiamo e andiamo diretti in Procura, Corte dei Conti e Tesoro.

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