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Lunedì 25 Agosto 2014 - Libertà

«Visconti e Fellini, e fu la svolta»

Claudia Cardinale conquista Bobbio: ho 76 anni, mai fatto un lifting

Nessuno dimentica Claudia Cardinale e la sua Angelica nel Gattopardo, in una delle più celebri scene del cinema mondiale, in abito bianco mentre volteggiava in un valzer tra le braccia di Burt Lancaster ammaliando non solo il grande attore americano e i lunghissimo applauso del pubblico ieri sera, in un Chiostro di San Colombano gremito fino all'inverosimile, ne sono la conferma. A 51 anni di distanza da quel 1963, Marco Bellocchio nell'ambito del Bobbio Film Festival, ha voluto conferire il Gobbo d'Oro a questa icona, tra le più rappresentative del cinema italiano. Inoltre l'orafa Nadia Raiola ha omaggiato Claudia Cardinale di un paio di orecchini in oro con perle con ceselli barocchi, eseguiti a mano.
Una serata, quella di ieri legata al film-mito "Il Gattopardo", diretto Luchino Visconti, perché fresco di restauro grazie alla Fondazione della Cineteca di Bologna di cui Marco Bellocchio è presidente da alcuni mesi. Questo capolavoro è stato impreziosito dalla proiezione prima del film di un documentario di 15 minuti dal titolo "I due gattopardi" di Alberto Anile. In apertura di serata il critico cinematografico e conduttore della trasmissione radiofonica "Hollywood Party" Enrico Magrelli si è intrattenuto con la Cardinale: una conversazione dai toni colloquiali per illustrare come è nato il sogno ottocentesco di Visconti, che faceva indossare corpetti strettissimi alla Cardinale e che non voleva nessuno sul set durante le riprese, che suggeriva a Claudia di baciare Alain Delon "con la lingua" ma soprattutto non auspicava un ritorno dal "tempo degli sciacalli e delle iene" al "tempo dei gattopardi e dei leoni". Visconti meticoloso restauratore: far rivivere il passato in un presente artefatto, cambiare tutto affinché niente cambi. Ergo, un film dalle situazioni intense che ancora oggi trova consensi, ma che all'epoca fece discutere e tanto.
Nel tardo pomeriggio un incontro con la stampa, i ragazzi di Fare Cinema e del Corso di critica; presenti oltre all'attrice, Marco Belloccio e Gianni Canova, saggista, scrittore e critico cinematografico, docente alla Iulm di Milano e un folto pubblico desideroso di avvicinare e di ascoltare Claudia Cardinale; il pomeriggio è una valanga di ricordi e di aneddoti, ma anche di problemi legati al cinema dei nostri giorni, che manca di finanziamenti e pertanto i giovani stentano ad emergere. "La svolta della mia carriera - ha detto Claudia Cardinale - credo sia avvenuta nel 1963, quando girai quasi contemporaneamente due film, "Il gattopardo" e "8 e mezzo". Visconti e Fellini; il primo perfezionista all'eccesso voleva che ogni scena fosse preparata al meglio e mi desiderava mora, il secondo, anarchico e fantasioso sul set, voleva che fossi bionda. Con Fellini non ho mai capito cosa stessimo girando, avevo però la certezza che Marcello Mastroianni era innamorato di me. Io non ne volevo sapere, anzi lo rifiutai più volte, poi arrivarono altri film, altri incontri, in tutta la mia carriera ne ho girati 142".
Marco Bellocchio ricorda invece quando nel 1984 girò con questa grande attrice "Enrico IV" e nel sottolineare la bravura di Claudia Cardinale, ha accennato al rammarico di non averla avuta al fianco in altri film. L'incontro è una conversazione, Gianni Canova è un abile intrattenitore, i presenti alla conferenza stampa chiedono dettagli e curiosità sui suoi film, ed è un lungo viaggio: "Monicelli mi volle per "I soliti ignoti" nel 1958, non sapevo una parola di italiano - dice - mentre tornando agli anni Ottanta, ricordo l'avventura in "Fitzcarraldo" di Werner Herzog, con Klaus Kinski, un attore a dir poco strampalato; eravamo in Amazzonia e fu un'esperienza incredibile". Il passato si mescola con il presente e senza alcun pudore dichiara i suoi anni: "Ne ho 76 e non ho mai fatto un lifting". Scatta l'applauso e Marco Bellocchio ricorda i suoi film-capolavoro, da "Il bell'Antonio" a "La Viaccia", da "La ragazza con la valigia" a "Bello, onesto…" con Alberto Sordi e a quel punto interviene Claudia: "Giravamo in Australia e gli italiani, che erano tantissimi, ci volevano bene, ci facevano sentire a casa". E poi un accenno a Brigitte Bardot ("La più bella"), ma soprattutto l'entusiasmo di Bobbio, della gente che la ferma per strada e l'altra sera, durante una festa popolare in piazza Santa Fara, Claudia Cardinale ha anche accennato alcuni passi di danza, tra uno spiedino e un'orchestrina di liscio. Una bella storia.

Mauro Molinaroli

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