Mercoledì 4 Maggio 2005 - Libertà
Si è svolto in Sant'Agostino il primo evento di "Fotosintesi"
Roberto Mutti sull'estetica della fotografia e i grandi circoli artistici del dopoguerra
E' incominciato lunedì sera, negli spazi del transetto della basilica di Sant'Agostino il ciclo di incontri con gli autori "Eventi alle 21" dedicati al ruolo della fotografia nel campo della cultura contemporanea e sul suo emergere nel campo delle arti. Roberto Mutti, critico fotografico del trimestrale di fotografia Immagine fotografica e giornalista sulle pagine della cultura del quotidiano Repubblica, ha affrontato il tema dell'estetica della fotografia, tramite un'analisi storiografica e la lettura di immagini di grandi autori del passato e del presente appartenenti ai diversi generi della fotografia del ritratto, del paesaggio, delle immagini pubblicitarie. I grandi circoli di fotografia artistica in Italia secondo la storia ripercorsa da Mutti sono iniziati nel dopoguerra nel 1946-47 con il circolo veneziano di "La Gondola" di Paolo Monti e di "La Bussola" a Milano con la figura centrale di Giuseppe Cavalli, dove i criteri per giudicare una foto dipendevano dal tipo e dalla qualità di stampa, fotografie con tante gradazioni di colore erano giudicate impressionistiche e fotografie dai forti contrasti erano invece considerate espressioniste e nessuno utilizzava negativi troppo piccoli come il 35 millimetri. Oggi secondo il critico Mutti i criteri per giudicare la bellezza di una fotografia non sono più tecnici, non dipendono più dallo sviluppo o dalla stampa, ma occorre tenere conto delle idee sviluppate, dalle inquadrature, dalle composizioni dell'immagine, del momento storico e dalla destinazione della fotografia. In una carrellata Mutti ha letto il profondo significato spirituale di immagini del fotografo Henri Cartier Bresson degli anni '50, dove protagonisti del bianco e nero sono gli sguardi ed i gesti. Analizzati dal critico, dal genere del ritratto, i dagherottipi ritoccati a mano di una ricca dama di Boston di Albert Santworth e Josiah J. Howes del 1850, e le ambientazioni da regista del fotografo Lewis Carrol nel 1862 della Piccola Alice Liddle come mendicante. Altri ritratti analizzati da Mutti i raffinati ambienti e giochi d'ombre di Jaques Henri Lartigue nel 1920, sino alla surreale figura della marchesa Casati con occhi moltiplicati di Man Ray del 1922 giungendo ad Hiro nel 1966 con il ritratto della modella Alberta Tiburzi in forte scorcio dall'alto verso il basso. Sul paesaggio come dimensione spirituale sono state analizzate immagini del '87 e '88 di Mario Giacomelli o del 2000 del bielorusso Vladimir Sutiaghin o ancora il paesaggi illusori creati di modellini di Roberto Mineo. In ultima analisi le immagini del '78 sulla fiera di Milano di Nino Migliori con figure isolate che si stagliano su fondi di ampio respiro, o ancora le composizioni simboliche di Irving Penn degli anni '80 come esempi di lifestyle. Ha concluso Mutti interrogato dal pubblico, che la fotografia artistica è quella che dona un'emozione allo spettatore o di fascino o di suggestione o anche di disgusto, il cui impatto però permane nella memoria.