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"Terre senz’ombra"Presentazione del libro di Anna Ottani CavinaAnna Ottani Cavina, a lungo docente di Storia dell’Arte all’Università di Bologna, ha creato e diretto la Fondazione Federico Zeri e insegna ora alla Johns Hopkins University SAIS Europe. Fra i suoi libri e cataloghi di mostre: Carlo Saraceni (1968), Il settecento e l’antico (1982), I paesaggi della ragione (1994), Felice Giani (1999), Paysages d’Italie (2001), Montagna, arte e scienza (2003), Geometries of Silence (2004), Granet, Roma e Parigi (2009), Federico Zeri, dietro l’immagine (2009).
Per lungo tempo la storia è stata raccontata così: fra Seicento e Ottocento, gli artisti europei arrivavano (più o meno obbligatoriamente) in Italia, dove a contatto con un paesaggio ancora simile all’Arcadia, e con le maestose rovine della civiltà classica, trovavano il senso di un mestiere che avrebbero poi passato il resto della vita a perfezionare. Di questa parabola fin troppo lineare, il nuovo libro di Anna Ottani Cavina costituisce una variante piena di scoperte e sorprese. E’ vero, sostiene Ottani Cavina in questa sua arringa magnificamente illustrata, gli artisti del Nord in Italia trovavano qualcosa, come la luce, a cui gli studi non li avevano preparati: e - anche questo è vero - il trauma culturale e visivo li portava a modificare i loro stessi strumenti e l’uso che ne facevano: a esasperare, ad esempio, il disegno oppure, in una grande quantità di casi, ad abbandonarlo del tutto. |